Sono stati gli ultimi a fermarsi e i primi a ricominciare. Con tutte le squadre a remare dalla stessa parte, con una Lega che ha lavorato di concerto con il governo per stilare un documento e un protocollo condiviso. E se tutto andrà bene, concluderanno la stagione entro la sua naturale scadenza, a fine giugno.

In Germania sembra davvero vivano su un altro pianeta rispetto ai pastrocchi nostrani. Mentre il ministro dello Sport Spadafora, la Figc e la Lega Serie A litigano da settimane su chi debba ricadere la colpa di un eventuale contagio da Covid-19, o su chi debba assumere in carico l'onere di fermare tutto, la Bundesliga è ricominciata. Oggi il 26mo turno di campionato, con l'attesissimo derby della Ruhr Borussia Dortmund-Schalke 04 (e il baby fenomeno Haaland subito in gol).

Certo, non è il calcio a cui siamo abituati. Stadi vuoti, silenzio assordante ed esultanze contenute. Ma queste comprensibili misure di sicurezza accompagneranno - in ogni caso - anche l'inizio della prossima stagione calcistica, quella su cui tutti - ma proprio tutti - sono d'accordo anche in Italia: bisognerà pur ricominciare un giorno, no?

Le partite di oggi della Bundesliga e della 2. Liga sono la dimostrazione che questo giorno potrebbe arrivare prima del previsto. Che si può ricominciare a pensare a cuor leggero alla "più seria tra le cose futili", il calcio. E con esso, a tutti gli altri sport impropriamente definiti "minori". Un divertissement che dà lavoro a mezzo milione di persone, solo in Italia.

Rino Dazzo