Scontro Regioni-Governo, atto secondo. La scorsa notte il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri per "riaprire" l'Italia (a partire da oggi, lunedì 18 maggio), è stato oggetto di un duro confronto tra le parti. Nodo del contendere: la responsabilità dei protocolli di sicurezza fissati dall'Inail. Il premier Giuseppe Conte, spalleggiato, nella circostanza, dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, è finito nel "turbillon" delle polemiche perché, a detta dei governatori, non avrebbe allegato, al decreto, il testo dell'intesa sulla "fase 2" raggiunta con le Regioni. Circostanza, questa, che secondo i presidenti, avrebbe generato un'ulteriore ambiguità normativa limitando (o depotenziando) la sfera di competenza regionale. Di qui la necessità di un ulteriore chiarimento che ha fatto sì che la discussione si protraesse fino alle 3 della notte. Alla fine un accordo è stato raggiunto. Il governo, infatti, si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni, ma i momenti di tensione non sono mancati, con più di un governatore che ha minacciato di far saltare il banco. Ed uno in particolare, quello campano, che si è addirittura opposto all'intesa. "La Campania non ha firmato nessun accordo" ha sbottato Vincenzo De Luca, ospite di "In mezz'ora" su Rai3. "Io ritengo che su alcune norme di sicurezza generale debba pronunciarsi il Ministero della Salute. Poi è chiaro che è necessaria una flessibilità regionale, ma sulle norme fondamentali non è possibile che il Ministero della Salute e il Governo scarichino opportunisticamente le decisioni sulle Regioni, questo non è accettabile" ha spiegato l'esponente del Pd mostrandosi in disaccordo anche sulla data della ripresa degli spostamenti tra le regioni già fissata per il prossimo 3 giugno. "Io non lo so, ragionerò il 2 giugno sulle base dei dati epidemiologici. Se il contagio sarà effettivamente contenuto, bene; ma se i livelli saranno ancora elevati, agiremo di conseguenza" ha precisato il governatore campano. Infine la bacchettata rifilata al governo: "la Campania è la Regione d'Italia che ha meno risorse fra tutte nel fondo sanitario nazionale. Non tutti sanno che riceviamo, pro capite, ogni anno, 45 euro in meno rispetto a un cittadino del Veneto, 40 euro in meno della Lombardia, 60 euro in meno rispetto all'Emilia Romagna, 30 euro in meno rispetto al Lazio. La Campania viene rapinata ogni anno di 300 milioni di euro dallo Stato centrale".