Si è aperta una settimana importante per Montevideo in merito a due fatti che stiamo seguendo oramai da un mese. Ma andiamo in ordine cronologico. Domani partirà dalla nostra Capitale un volo aereo, della compagnia Neos, che riporterà nel BelPaese gli italiani bloccati qui da più di due mesi. Meglio tardi che mai, insomma. Un vero e propria tira e molla tra questi connazionali e il governo, che con i suoi rappresentanti qui sul territorio ha fatto poco o niente. L’hanno raccontato questi stessi italiani con veri e propri appelli alla Farnesina e all’Ambasciata stessa che noi abbiamo abbiamo anche riportato così come altri media europei. Insomma, un’onda mediatica che di certo è servita a qualcosa.

Dunque, ci siamo. Domani circa 130 persone (che sembrano essere state un vero e proprio peso per l’esecutivo tricolore) s’imbarcheranno destinazione Roma. La nostra speranza è che sia davvero un volo come si deve e non possa diventare come una sorta di pacco postale. Del tipo, l’importante è "rimandarli a casa". Eh no. Siamo ancora in pandemia e in Sud-America il numero dei contagi e dei decessi non possono far stare tranquilli (Brasile e Perù sono davvero messe male). Sarà fondamentale che su quest’aereo (che usufruisce del Meccanismo europeo e quindi sono stati sborsati ben 600 euro a biglietto per una sola tratta là dove per lo stesso importo si paga un'andata e ritorno... siano rispettati tutti i protocolli sanitari fissati per legge.

Insomma, il così tanto decantato distanziamento sociale dovrà essere garantito senza se e senza ma: mai vorremmo pensare che proprio un volo così ‘decantato’ dal sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo possa non osservare le regole. Sarebbe il colmo. Ma siamo certi che ciò non avverrà e che il viaggio non sia paragonabile a un carro bestiame. Ne va dell’incolumità degli italiani in primis. Intanto dopodomani scade il bando avente ad oggetto l’appalto per la realizzazione di lavori di "Costruzione di un nuovo edificio da adibire a cancelleria consolare dell’Ambasciata d’Italia a Montevideo". Già, è passato quasi un mese dal quel 4 maggio in cui la stessa Ambasciata diede notizia di questo avviso pubblico. Sfornato in piena emergenza, come se in Uruguay fosse una priorità questa costruzione.

Addirittura sono state rinviate a ottobre le elezioni municipali, ma per quest’area consolare non si poteva aspettare. Bene, aspetteremo con ansia di sapere chi sarà la società edile che si sarà aggiudicato l’appalto. E seguiremo per bene l’intera vicenda e siamo certi che non si sforerà il milione di euro preannunciato…