Un articolo di giornale. Un'idea nata quasi per gioco. Un progetto in odore di utopia diventato realtà. Il primo carro armato italiano, il gigantesco Fiat 2000 del 1917, irrimediabilmente perduto 80 anni fa, è stato ricostruito in scala 1:1, con peso e dimensioni effettive. Una straordinaria impresa ufficializzata nel giorno della festa della Repubblica e firmata da quello che si autodefinisce "un gruppo di visionari": i carristi d'Italia, alcuni appassionati di mezzi storici e Giancarlo Marin, un industriale del vicentino.

COME NACQUE IL PRIMO 'TANK' ITALIANO

Ai tempi della Grande Guerra, oltre a Gran Bretagna, Francia e Germania, anche il nostro Paese sviluppò il suo primo mezzo corazzato, messo a punto da due dei più grandi progettisti italiani, Carlo Cavalli e Giulio Cesare Cappa. Per l'epoca, quello uscito dalle officine della casa torinese era un gioiello tecnologico: 36 tonnellate di acciaio sviluppate in sette metri di lunghezza e quattro di altezza; sette mitragliatrici Fiat 14 e un cannone da 65 mm sistemato per la prima volta nella storia in una torretta girevole e che poteva sparare anche a tiro curvo, come un obice. I suoi alti cingoli gli consentivano di superare ostacoli fino a 1,10 metri, di abbattere alberi e di travolgere vari ordini di reticolato. Le blindature, dello spessore di 2 centimetri, proteggevano i dieci uomini di equipaggio dal fuoco delle armi leggere.

QUANTI NE ESISTEVANO?

Venne realizzato in due soli esemplari per il termine del conflitto. Il primo venne impiegato in Libia nel 1919, rivelandosi un po' lento contro le scorrerie nel deserto dei guerriglieri di Omar al-Mukhtar, il secondo restò in Italia, esposto in varie caserme fino al 1936. Di entrambi si sono perse le tracce: ma tre anni fa, prendendo spunto da un articolo della 'Stampa', un gruppo di soci dell'Associazione nazionale carristi d'Italia (ANCI) presieduta allora dal generale Salvatore Carrara e oggi dal generale Sabato Errico, e dell'associazione di veicoli militari d'epoca "Raggruppamento Spa" - presidente Fabio Temeroli - ha deciso di ricostruirlo ex novo.

COME È STATO RICOSTRUITO

Raccolte diverse decine di migliaia di euro tramite una sottoscrizione nazionale fra ex carristi e appassionati, l'ANCI ha mobilitato alcuni associati, tra cui Mario Italiani, progettista, che ha ricostruito in 3D i disegni partendo dalle foto e dai pochi dati disponibili. Fondamentale è stato l'intervento dell'industriale Giancarlo Marin, fondatore del Museo delle Forze Armate 1914-1945 di Montecchio Maggiore (Vicenza) che ha messo a disposizione officine e materiali per la ricostruzione facendo fronte anche alle ulteriori spese necessarie. Chi vuole può ancora "comprare" una maglia del cingolo e lasciarvi il proprio nome sopra, o contribuire con donazioni volontarie al progetto. "La replica del Fiat 2000 è un unicum - spiegano con legittimo orgoglio i curatori del progetto - dato che è il primo carro armato motorizzato ricostruito dal nulla con le blindature di spessore originale. Le ricostruzioni straniere, infatti, spesso hanno utilizzato scafi preesistenti modificati oppure li hanno riprodotti in vetroresina o lamiera leggera. Da parte nostra c'è l'auspicio che il Fiat 2000 possa essere il primo carro armato da inserire in una entità espositiva di tipo museale, di prossima realizzazione, dedicata ai mezzi corazzati italiani".