Diciamolo chiaramente. È una situazione sempre più imbarazzante quella che chiama in causa, direttamente, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E che sembra quasi voler dimostrare che non tutti gli italiani sono uguali davanti agli occhi del governo italiano. Anzi. La sensazione è che si cerchi quasi di far disinnamorare chi il BelPaese lo porta veramente nel cuore, amandolo profondamente. Colpa di una disorganizzazione al di fuori del comune. In pratica, non tutti gli italiani residenti all'estero hanno le stesse opportunità di tornare a casa loro. Per capirci, i nostri connazionali del Sud e Nord America, dell'Australia e dell'Africa, a differenza di quelli "europei", ancora non hanno la possibilità di raggiungere lo Stivale. C'era, inizialmente, la data del 15 giugno fissata sul calendario. E invece quella scadenza è stata posticipata al 1° luglio. E dunque, chi aveva già prenotato il volo da Montevideo, Buenos Aires San Paolo o Rio de Janeiro destinazione Roma, è dovuto ricorrere ai rimborsi (sperando che le agenzie e le compagnie aeree lo facciano...) Ben conoscendo i tempi della burocrazia, un altro inconveniente che va ad aggiungersi ai tanti altri già subiti e patiti in queste lunghe e travagliate settimane di "lockdown", fase 2 e ripartenze varie. Ma non finisce mica qui, cari amici. Già, perché infatti anche viaggiando a partire dal prossimo 1° luglio ci sarà l'obbligo della...quarantena. Si, avete capito bene. Arrivate in Italia dal Sud America per ricongiungervi ai vostri cari? Benissimo: per due settimane ve ne starete rinchiusi in quarantena a differenza di quanto accade per i viaggiatori dell'area Schengen dove pure ci si può muovere, destinazione Penisola, dal 15 giugno, ma senza sottostare ad alcun obbligo di clausura. Una cosa assurda che penalizza notevolmente chi magari vuole andare in Italia per salutare i genitori o un parente. In Europa, come detto, le cose stanno in maniera diversa: chi vuole raggiungere Napoli, Milano, Roma o qualsiasi altra città "tricolore", non dovrà rinchiudersi in isolamento precauzionale. Insomma: la solita storia. Ci sono italiani di serie a ed italiani di serie b. Punto. Per noi, detto papale papale, si tratta di una vera e propria mancanza di rispetto (e non di poco conto), nei confronti dei nostri tanti connazionali che vivono e lavorano al di là dell'Oceano e la cui unica colpa è quella di non trovarsi all'interno dell'Area Schengen. Ed è inutile girarci intorno: la disparità di trattamento è abbastanza evidente: parla da sé. Con buona pace dell'ex leader pentastellato Di Maio il quale pure in questi giorni si sta "battendo" per la riapertura dei confini con Grecia e Germania dimenticando però che migliaia di suoi connazionali vivono anche nel Nuovo Continente. Sissignore, proprio lo stesso titolare della Farnesina che già nel recente passato ha dato dimostrazione di non essere troppo in sintonia con gli italiani all'estero, affibbiando loro, in pratica, l'etichetta di "untori". Una dichiarazione che non merita ulteriori commenti. Lo sa il ministro degli Esteri che gli uruguaiani - quindi compresi gli italouruguaiani - hanno speso, finora, 150 milioni di dollari tra agenzie di viaggi e prenotazione di hotel, e che tutto è rimasto rigorosamente fermo al palo per la chiusura decretata della Ue? Meditate gente. Meditate...