Accorato l'appello che il Santo Padre ha lanciato, questa mattina, nel corso della preghiera domenicale dell'Angelus, al mondo della politica ed a quello dell'economia in generale, affinché, è stata la sua richiesta, "rilancino il lavoro". "E' e sarà un problema della post-pandemia: la povertà, la mancanza di lavoro. E ci vuole tanta solidarietà e tanta creatività per risolvere questo problema" ha detto Bergoglio gettando uno sguardo sulla situazione che si presenterà a settembre, quando l'estate sarà finita. "Auguro che in questo periodo - ha sottolineato il Papa - molti possano vivere qualche giorno di riposo e di contatto con la natura, in cui ricaricare anche la dimensione spirituale". "Nello stesso tempo - ha aggiunto ancora - auspico che, con l'impegno convergente di tutti i responsabili politici ed economici, si rilanci il lavoro: senza lavoro le famiglie e la società non possono andare avanti". Il Pontefice ha anche chiesto ai cristiani un impegno vero, "specialmente in questo momento grave". La logica del cristiano deve essere quella "di farsi carico dell'altro, di non lavarsene le mani, di non girarsi dall'altra parte". "Il 'che s'arrangino' non entra nel vocabolario cristiano", ha sottolineato il Papa che poi ha salutato i fedeli in piazza.