Non si dica che manca selvaggina per i cacciatori bonus: fanno ad oggi 137 miliardi, già tendenti a 200. E poi arriverà Recovery, i miliardi Ue. L’Italia ne saprà trarre e confezionare altri bonus, il bonus sta diventando un made in Italy. Nessuno come noi…

Bonus licenziamenti

Fanno male gli industriali a lamentarsi perché sindacati, partiti opinione pubblica e governo premono e si orientano verso un blocco dei licenziamenti "almeno" fino a fine anno. Perdono tempo e fiato nello spiegare una cosa tanto vera quanto poco immediata e per nulla popolare: i posti di lavoro e gli stipendi non si difendono per legge, tenere tutto congelato qualche azienda l’ammazza e poi non resuscita. Tempo e fiato sprecato, i più amano credere alla reincarnazione dell’economia dopo l’ibernazione.

Farebbero meglio gli industriali a chiedere un bonus per organico congelato. Avrebbero buone speranze di ottenerlo. Insomma la via per gli industriali c’è: mettersi in Cassa Integrazione Profitti, a carico dello Stato mediante bonus. E i sindacati quando (presumibilmente nel 2023) giudicheranno ripristinabile il mercato del lavoro e si ricorderanno che se blocchi licenziamenti per forza di cose blocchi anche assunzioni, allora chiederanno un bonus cambio lavoro? Se ci pensano e lo confezionano a modino può essere ci riescano.

Economia a gettoni

Chi governa e chi è governato sembrano convergere sull’idea di una economia a gettoni. Come la doccia d’acqua dolce allo stabilimento al mare: metti i 50 cent e l’acqua scorre, ti dà sollievo, frescura e ti ripulisce dalla salsedine. L’idea madre è che l’acqua scorra sempre, dipendendo sempre e solo dal gettone. Nell’azione di governo e nelle aspettative dei governanti la funzione del gettono la svolge il bonus.

Bonus baby sitter, bonus auto, bonus bici, bonus casa, bonus ristoranti, bonus vacanze, bonus mascherine, bonus affitti commerciali, bonus licenziamenti, bonus assunzioni, infiniti bonus fiscali sotto forma di rinvio pagamenti… la cassa dei gettoni è piena e prodiga, difficoltà solo burocratica rifornirsi, bagnini scorbutici e poco collaborativi. Di dove venga, quanta ce ne sia, come pomparla l’acqua nessuno se ne occupa: la doccia è un diritto naturale. Di tubature più efficienti e che disperdano meno, di aumentare la portata della conduttura in modo che il costo unitario della doccia (si chiama produttività) interessa poco e solo a chiacchiere. Chiacchiera distratta, la nuova e massiccia occupazione è quella della caccia al bonus.

Mica sempre facile: autorizzazioni, piattaforme, nulla osta, timbro tondo…La tradizionale burocrazia italiana sta trasferendo la sua anima nel mondo web. Pubblica Amministrazione ragiona così: bonus è regalo, quindi cittadino fai la fatica, tua è la fatica di arrivarci. Magari tirandoti su in punta di piedi e restandoci sospeso per un po’. Quindi commercialisti, Caf, tecnici dell’edilizia e delle categorie energetiche… Ciascun parente o amico o conoscente consulente di ciascun parente, amico o conoscente nella caccia ai bonus. Son circa 500, una cinquantina quelli nuovi e fin qui son tutti italiani, tutto debito italiano. Aspettando con ansiosa gioia i miliardi europei, cacciatori di bonus la specializzazione del futuro, il master del domani.

ALESSANDRO CAMILLI