I mercati scommettono sulla ripresa e puntano sulle materie prime 'soft', mandando simultaneamente tutti in rally i prezzi dei prodotti coltivati e non estratti, e cioè quelli del cotone, dello zucchero, del caffè, del mais, del cacao. Dopo essere precipitati durante i lockdown, nell'ultimo mese, i future sul cacao sono aumentati del 17% a 2.488 dollari la tonnellata e quelli sul caffè sono saliti del 14% a 1,12 dollari la libbra. Lo rivela il Wall Street Journal, secondo il quale anche i futures sul cotone e quelli sullo zucchero sono volati negli ultimi mesi, salendo rispettivamente del 10% e del 19% dal primo maggio. Queste simultanee impennate dei prezzi segnano un'inversione di tendenza per le 'soft' commodity, i cui prezzi erano crollati all'inizio della pandemia. A marzo, i futures del cacao erano scesi del 17%, quelli del cotone del 18% e quelli dello zucchero del 27%. Il caffè invece aveva avuto un breve aumento alla fine di marzo ma era sceso del 15% tra il primo di marzo e la fine di maggio. Il fattore chiave che spiega l'insolita salita simultanea dei prezzi di questo tipo di prodotti è legato al fatto che tutti i grandi Paesi fornitori, come il Brasile, il Vietnam e l'India, sono tra le aree più colpite dal coronavirus. "Paesi come il Vietnam e il Brasile hanno tutti importanti problemi di virus in corso e il timore è che le forniture rallenteranno con l'accelerazione delle infezioni", spiega Joshua Graves, stratega di mercato senior con RJO Futures. Il Brasile è il primo produttore mondiale di caffè e di zucchero, con 59 milioni di sacchi di caffè e 647 milioni di tonnellate di canna da zucchero immessi sul mercato nel 2019. L'India produce circa 350 milioni di tonnellate di canna da zucchero e 29,3 milioni di balle di cotone. Le autorità brasiliane avvertono che, anche se il porto più grande del paese, quello di Santos, a San Paolo, ha gestito un tonnellaggio record di merci quest'anno, l'impatto del coronavirus non tarderà a farsi sentire. "Le cifre rivelate dal porto di Santos non riflettono ancora la crisi sanitaria mondiale, ma la tendenza è che questo scenario cambi e che nei prossimi mesi gli effetti del Covid-19 su alcuni cariQueste simultanee impennate dei prezzi segnano un'inversione di tendenza chi i faranno sentire", ha detto a giugno Fernando Biral, presidente dell'autorità portuale di Santos.

VERSO UN CLAMOROSO BOOM DEI PREZZI Questi problemi di rifornimento, secondo gli esperti, insieme a un boom della domanda che è stata a lungo repressa nei paesi che ora sono più avanti nella ripresa, potrebbe innescare un clamoroso boom nei prezzi delle materie prime soft. "I prezzi del caffè stanno salendo alle stelle a causa delle tensioni nella catena di approvvigionamento causate dalla pandemia", ha spiegato Barani Krishnan, analista di materie prime di Investing.com. "Se aggiungiamo questo fattore al consumo più elevato di caffè da parte di chi è bloccato a casa, inevitabilmente avremo una potente ricetta per la crescita della domanda, nonostante il calo delle vendite da Starbucks e da Dunkin".

PESA ANCHE IL GRADUALE INDEBOLIMENTO DEL DOLLARO Il graduale indebolimento del dollaro Usa è un altro fattore che contribuisce al rialzo dei prezzi delle soft commodity. Un dollaro più debole rende più conveniente per le nazioni importatrici acquistare materie prime valutate nella valuta degli Stati Uniti. Il dollaro ha appena registrato forti ribassi, spingendo i trader a ridurre le scommesse sul calo dei prezzi delle materie prime". Secondo i dati della Commodity Futures Trading Commission, gli investitori speculativi, compresi gli hedge fund, hanno tagliato le loro cosiddette posizioni corte su parecchie soft commodity nella settimana terminata il 4 agosto. Le posizioni corte nello zucchero sono diminuite di quasi 10.000 contratti, le posizioni corte sul cacao sono state ridotte di oltre 7.000 contratti e quelle sul caffè sono diminuite di oltre 19.000 contratti. È stata la seconda settimana consecutiva che la CFTC ha riportato un grande annullamento delle scommesse short da parte dei principali investitori, che ora sono long in tutte le soft commodity. Ciò indica che gli investitori si aspettano che i prezzi di queste materie prime aumenteranno in futuro.