Patto segreto tra Di Maio, Renzi, Grillo e Zingaretti. Un patto vero e proprio per evitare che il centro destra possa fare il sorpasso e prendersi Palazzo Chigi. Sarebbe un accordo completo prima per le elezioni regionali di settembre, poi per le politiche del 2022. Per ora questo è il patto, ma fino a quando reggerà, se reggerà?

Adesso, i sorrisi si sprecano, nelle Marche sarebbe già stato trovato un accordo per un candidato unico. Ma per il momento siamo alle chiacchiere, bisognerà misurarsi con la realtà e con la cupidigia di quanti rischiano di rimaner fuori.Questa nuova situazione renderebbe più debole Giuseppe Conte? Per alcuni commentatori la risposta è si, perché in questo caso non sarebbe più il garante del Governo.

Insomma, Luigi Di Maio l’avrebbe avuta vinta nella battaglia segreta (ma non tanto) con il Presidente del Consiglio. Fra i due non corre da mesi buon sangue. Il ministro degli Esteri insegue un sogno da tempo: quello di diventare primo ministro. Cosa che non gli riuscì ai tempi del governo con Salvini, perché il leader del Carroccio voleva lui quel posto. Ora, tramontata l’era del governo giallo-verde, il "giovanotto campano" si è vista la strada sbarrata dall’ultra popolare avvocato del popolo. A cui non vede l’ora di fare lo sgambetto per sostituirlo. Se dovesse quindi concretizzarsi questo nuovo centro sinistra, Conte finirebbe con il non avere più concorrenti.

Ci sarebbe un’alternativa, perché in fondo né il Pd, né i 5Stelle si fidano ciecamente di lui. Per non parlare di Matteo Renzi che più volte gli ha messo il bastone fra le ruote minacciando di far crollare l’attuale governo, nonostante facesse parte della maggioranza. Sono tutte fantasticherie quelle concluse in segreto fra i quattro personaggi che qualcuno ha già definito i quattro Cavalieri dell’Apocalisse? La prova della verità si avrà presto, anzi prestissimo, e cioè a settembre quando milioni di italiani si recheranno alle urne per eleggere i nuovi governatori di sette regioni.

Allora si vedrà se il patto ha retto, se il nuovo centro sinistra avrà una base certa, se la coalizione potrà contare su un futuro che non sia solo di facciata. Stando così le cose, l’opposizione, in che modo si muoverà e contesterà la nuova realtà politica? Per il momento non ci sono reazioni di peso a "questa pagliacciata", come l’ha definita un noto esponente del centro destra che preferisce mantenere l’anonimato. Salvini non parla, Berlusconi nemmeno, Giorgia Meloni si fa fotografare su una spiaggia con un costume bianco, rosso e verde. Vuole ricordare che l’unica patriota nell’ Italia sconvolta e impaurita dalla nuova recrudescenza dell’epidemia è lei.

Ma queste sono soltanto sceneggiate che non hanno alcun valore. Se davvero il trio della destra vorrà contrapporsi alla nuova coalizione (per ora solo sulla carta) dovrà muoversi e dimostrare già a settembre che a livello regionale chi conta e chi comanda sul territorio è solo la coalizione che oggi si oppone a "questo governo di dilettanti".

BRUNO TUCCI