Se il centrodestra avesse coraggio, dovrebbe annunciare chiaramente il voto contrario alla riduzione dei parlamentari che per come è stata proposta è l’ultima delle idiozie politiche grilline, che alle camere, al governo e negli enti locali hanno combinato solo danni, basterebbe pensare a Roma dopo 4 anni e mezzo di politiche grilline. Qui non si tratta, come ha detto ieri Salvini a stasera Italia, di essere coerenti confermando le intenzioni precedenti, si tratta di quel minimo di intelligenza istituzionale per capire che una riforma simile porterebbe solo al caos, ad una diminutio della democrazia.

Sia chiaro da Salvini non c’è da aspettarsi visione d’orizzonti, perché se così non fosse non avrebbe commesso gli errori che ha commesso, a partire dal governo gialloverde e dalla crisi al buio di un anno fa, però vicino a lui dovrebbe esserci qualcuno per farlo ragionare sulla sciocchezza del "sì". Insomma, qualcuno per spiegare che la riduzione dei parlamentari così come è scritta porterà solo danni alla democrazia e alla rappresentatività che ne è matrice, visto che di vantaggi e soluzioni ai mali che affliggono l’Italia, la Repubblica, le sue procedure, non se ne vedranno affatto.

Per farla breve: secondo voi riducendo i parlamentari si sveltirà l’iter legislativo? Assolutamente no, perché il bicameralismo perfetto resterà tale e quale, come resteranno tali e quali le strutture opulente e clientelari di Camera, Senato, presidenza del Consiglio e dicasteri. Secondo voi con l’approvazione del referendum si darà un colpo alla burocrazia, la gramigna del paese, il peggior male che la politica abbia costruito? Assolutamente no perché la piovra mortifera dei burocrati, dei passaggi amministrativi, del numero di leggi scriteriate e confliggenti rimarrà eccome.

Secondo voi col "sì", insieme alla diminuzione dei parlamentari, diminuirebbe il numero dei ministeri, dipartimenti, uffici competenti anzi incompetenti, delle authority, dei ranghi decisionali fra Stato ed enti locali? Nemmeno per idea tutto sarebbe come è ora. Secondo voi la democrazia, le garanzie, i diritti inviolabili e la Costituzione, possono essere meglio tutelati attraverso un numero più basso di senatori e deputati? Ovviamente no perché se così fosse tanto varrebbe ridurre le camere ad un semplice consiglio d’amministrazione con a capo un amministratore delegato, una sorta di passaggio all’oligarchia che è il contrario di democrazia.

Secondo voi perché altrove, a partire dall’America, a fronte di un numero minore di eletti il bicameralismo non è perfetto, la forma di Stato è diversa come è diversa la forma di Governo e la Costituzione? Perché il sistema dei pesi e contrappesi assieme alla rappresentanza democratica scelta dal popolo devono essere legati da una logica costituzionale precisa, coerente, equa. Da noi, al contrario, col "sì" al referendum resterebbe tutto tale e quale, non cambierebbe un tubo di quello che non va e che funziona male della nostra architettura istituzionale. L’unico risultato sarebbe la restrizione della rappresentanza e una disuguaglianza fra Regioni.

Del resto non è un caso se centinaia di costituzionalisti e professori ai quali ci uniamo volentieri, affermino a gran voce che il referendum è sbagliato e va rigettato ed è assurdo che il governo ascolti gli esperti per le mascherine, il lavoro remoto, i banchi a rotelle e faccia spallucce sui pareri vitali degli assetti democratici e costituzionali, ipocrisia e incoscienza politica pura. Ecco perché il centrodestra dovrebbe avere gli attributi per proporre il "no", per ripensare ad un voto sulla riduzione che è stato figlio della suggestione, del panem et circenses di Giovenale, figlio di tutto meno che del cervello e della conoscenza del diritto costituzionale.

E poi se ciò non bastasse cosa volete che veramente importi agli italiani in un momento così drammatico, tragico, pauroso, che rischia di sprofondare il lavoro, il fatturato, il reddito, l’esistenza e la resistenza delle imprese, la tenuta economica e sociale del Paese? Nulla signori, perché all’Italia serve altro, serve futuro, ripresa, fiducia, opportunità, stimolo alla crescita e sostegno di un governo che sia degno. Noi rivolgiamo un appello appassionato alla Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, perché abbiano il coraggio di ripensare alla sciocchezza compiuta sulla riduzione dei parlamentari per come è stata ratificata, la democrazia semmai va ampliata, altroché mercificata.

Lasciamo pure alla pochezza ed ignoranza politica dei grillini e dei soci cattocomunisti il favore al referendum. L’onestà intellettuale e la coerenza non si legano all’insistenza, anzi al contrario. Perché sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Votiamo "no", viva l’Italia libera e democratica.

ARTURO DIACONALE

DIRETTORE L'OPINIONE