Bocciato dall’Europa, contagiato, indebitato per oltre quattro miliardi di euro, compresso dalla pandemia, con gli stadi vuoti e la passione calante, sognando Messi e risvegliandosi con Cristiano Ronaldo, il calcio italiano (tredicesimo nel mondo, ma superbamente terzo in Europa) si ripresenta alla ribalta della nuova stagione con l’autoreferenzialità di sempre, pompato con impegno commovente dai media sportivi su carta e canali televisivi che vendono il nuovo fumo del pallone italico inneggiando al baraccone e glorificando monumenti e figurine di un mondo fasullo e litigioso in soccorso (?) del quale sono comparsi cinesi e americani dopo la resa e la scomparsa dei "ricchi scemi" dello Stivale.

La novità sarebbe che avremo un campionato "combattuto", non la solita lagna sabauda, per il delicato periodo di transizione della Juventus da Sarri a Pirlo, la riscossa delle squadre milanesi uscite dall’ombra di dieci anni a zero tituli, il contorno delle formazioni romane e, più o meno, il Napoli, in omaggio all’ultima vera sfida alla Juve di tre anni fa nella stagione azzurra dei 91 punti, e chissà se l’Atalanta sarà finalmente una sfidante dello scudetto dopo l’orgia di corse e gol che ne hanno fatto la squadra italiana più "europea" fino al 90’ di Lisbona contro il Paris Saint Germain mentre la magna Juve, che magna tutti in Italia, era già uscita agli ottavi dall’ossessione-Champions.

A conferma che l’Italia, anche nel calcio, non è un paese per giovani, giusto il film del 2017 di Giovanni Veronesi, si fantastica su Dzeko (34 anni) alla Juve-si, alla Juve-no, di Kolarov (35) all’Inter, di Luis Suarez (33) alla Juve, di Vidal (33) all’Inter e del rinnovato abbraccio di Ibrahimovic (39 anni) al Milan. Franck Ribery (37) infiamma Firenze. Nello spogliatoio della Juve resistono Buffon (42 anni) e Chiellini (36), Cristiano Ronaldo ha 35 anni. Il Napoli resta in bilico tra Alex Meret (23 anni) e David Ospina (32), ma si sa che i portieri non hanno età (l’interista Samir Handanovic ha 36 anni). Al Napoli piace il difensore greco Sokratis Papastathopoulos, 32anni, ex Genoa e Milan, ultimamente all’Arsenal (19 presenze in Premier, un rincalzo).

Per fortuna, Arkadiusz Milik (coinvolto nel balletto dei centravanti) ha 26 anni e due ginocchi martoriati che lo hanno tenuto fuori per 285 giorni. È in corsa tra Juve e Roma. Tonali al Milan, il nuovo Pirlo, ha vent’anni, e Manuel Locatelli tra i centrocampisti più ricercati ne ha ventidue. Appare per la prima volta su una panchina di serie A Vincenzo Italiano, 43 anni, origini siciliane nato casualmente in Germania, allenatore del neo-promosso Spezia, e sono fuori alcuni mostri sacri e sconsacrati da Massimiliano Allegri (53 anni) a Luciano Spalletti (61), da Walter Mazzarri (59) a Vincenzo Montella (46), più Maurizio Sarri (61 anni) bruciatosi al Chelsea e alla Juventus, oggi in ritiro contemplativo in qualche fumoir.

Ritornano in pista Eusebio Di Francesco (51 anni, al Cagliari) dopo l’amara esperienza romanista e le sette partite sulla panchina della Sampdoria e Marco Giampaolo (53, al Torino) dopo il fulmineo esonero al Milan (sette partite e via). La novità più interessante è Andrea Pirlo (41 anni) che, al termine di una straordinaria carriera da calciatore (756 partite nei club, 116 in nazionale), disse: "Non farò mai l’allenatore", ma, attratto dalla Juventus, è entrato cardinale il 30 luglio nel fastoso club torinese (tecnico della Under 23 bianconera) e ne è uscito papa l’8 agosto, allenatore della prima squadra. Ai nastri di partenza, sui blocchi del via allo scudetto, sembrano allineate Inter, Juventus, Atalanta, Lazio. In seconda fascia, incalzeranno finché potranno, Milan, Napoli e Roma. Tutto il resto è noia.

INTER

Il cinese Steven Zhang, trentenne di Nanchino, figlio dell’impero Suning, prodotti elettronici, con un fatturato di 38,97 miliardi di dollari e 130.455 dipendenti, l’ha aspettato sulla riva del fiume, l‘ha preso per il parrucchino e l’ha riposizionato in panchina: zitto e allena. Il ribelle e contestatore Antonio Conte, Lecce Homo, dopo avere fatto fuoco e fiamme contro la società che gli elargisce 11 milioni netti a stagione, allenatore più pagato della serie A, continuerà ad allenare l’Inter cinese. Rientrato dalla ribellione, al secondo anno interista gli tocca solo vincere dopo essere arrivato secondo in campionato e perduta la finale di Europa League, uno spreco degli oltre 200 milioni di euro spesi per regalargli a prima botta Lukaku (78 milioni), Barella (37), Eriksen (27), Sensi (25), Lazaro (22), Moses (10), Young (1,5). La lingua biforcuta e pugliese pretende altri regali, Vidal dal Barcellona, Kanté dal Chelsea, Kumbulla dal Verona, magari Dzeko dalla Roma e Ndombélé dal Tottenham per aggiungere altri muscoli alla sua Inter muscolosa, ben piantata sul 3-5- 2, roccaforte mobile che l’uomo col caschetto mobile agita e arringa per vincere di forza. Però magari si risolverà a impiegare il genio tecnico del danese Eriksen per illuminare il gioco fosco dei nerazzurri perché non si vive solo di palla lunga e pedalare. Obiettivo dichiarato lo scudetto, undici anni dopo il leggendario triplete con Josè Mourinho. Forse servirebbero due esterni più dinamici e, soprattutto, non perdere i confronti diretti con la Juve (1-2 a San Siro e 0-2 a Torino nel campionato scorso).

JUVENTUS

Da Sarri a Pirlo non è proprio dalla padella alla brace, ma c’è inquietudine alla Continassa. Si perdono nella memoria le squadre di Conte (tre scudetti) e Allegri (cinque), messo in archivio il campionato appena vinto nonostante Sarri, il nono della serie consecutiva che ha ammosciato il pallone italico, c’è un nuovo ciclo da organizzare e l’ossessione Champions da debellare: con Cristiano Ronaldo, un investimento da 357 milioni di euro, una eliminazione ai quarti dall’Ajax e una agli ottavi dal Lione di Rudi Garcia, cacciato dalla Roma tre anni prima. I conti bianconeri (326,9 milioni di debiti) non tornano. Con Cristiano Ronaldo anche Pirlo dovrà "regolarsi" col rischio di perdere Dybala, il vero gioiello juventino. Tra il portoghese e l’argentino il feeling non è mai nato: problema numero uno. Problema numero due la difesa che non è più la stessa, 43 gol incassati nel campionato scorso (33 da Szczesny, 10 da Buffon), pesante passivo dopo nove anni. Problema numero tre la ricerca di un centravanti che si sacrifichi per CR7 muovendo l’area avversaria. Luis Suarez, liberandosi dal caos del Barcellona, sarebbe il più gradito, ma chiede, a 33 anni, 10 milioni a stagione. In pista Dzeko e persino Edinson Cavani (33 anni). In mediana, via Pjanic (al Barcellona per 60 milioni), Bentancur è il nuovo punto di riferimento, problema numero quattro in un settore che perde Matuidi e Khedira, due cavalli di razza, e cerca di capire che cos’è Rabiot, dovendo anche scoprire che cos’è re Arthur che il Barcellona ha dato via per 72 milioni pagabili in quattro anni. L’attaccante svedese Dejan Kulusevski (venti anni, per 35 milioni dall’Atalanta) è l’acquisto più interessante. Ma giocherà? Sentiremo urla dal silenzio di Pirlo, uomo da voce bassa e capello fluente. Si è preso una brutta Zebra da pelare. ‘azzi suoi, hanno detto quasi tutti.

ATALANTA

Dopo due anni in brillante ascesa, con due terzi posti e l’ingresso nel salotto europeo della Champions, l’Atalanta è pronta per puntare allo scudetto inserendosi nel previsto duello tra Inter e Juventus? Gasperini mette le mani avanti: l’organico non è completo. Il tecnico teme che la squadra sia arrivata al massimo nella stagione scorsa, sino allo sfortunato quarto di finale col Paris Saint Germain, e oltre non possa andare. Mancherebbe il fuoriclasse assoluto. L’Atalanta resterà una provinciale di lusso senza l’exploit realizzato dal Leicester di Claudio Ranieri quattro anni fa in Premier nell’oscuramento momentaneo delle maggiori squadra inglesi? È la curiosità massima della nuova stagione. Il recupero di Ilicic è ancora lontano, Papu Gomez ha un anno in più (32), la squadra potrebbe pagare le due annate di gran corsa e la Champions si prenderà molte energie. L’Atalanta resta un modello di club per i risultati sportivi e gli affari di mercato. Ha appena ceduto Castagne al Leicester per 25 milioni (l’aveva preso per sei milioni tre anni fa), ha dato Kulusevski alla Juve per 35. Ha ingaggiato il difensore russo Aleksey Miranchuk dalla Lokomotiv Mosca per 14,5 milioni e il difensore olandese Karsdorp dalla Roma per 7. La forza saranno sempre il collettivo, l’aggressività, l’attacco portato con più giocatori, la difesa capace di disimpegnarsi nell’uno contro uno.

LAZIO

Il rinnovo di Ciro Immobile fino al 2025 è stato il punto di partenza della Lazio per la nuova stagione che la vedrà impegnata in Champions. Impegno doppio, campionato ed Europa al massimo livello. La Lazio reggerà? Resta un mistero, ma fino a un certo punto, il calo dopo il lockdown tra infortuni e flop fisico della squadra: 62 punti a una lunghezza dalla Juventus prima dell’interruzione del campionato, 16 punti nelle dodici partite della ripresa staccandosi di cinque punti dai campioni bianconeri. Dalla soluzione di questo "mistero" la Lazio può fare tesoro per proporsi ancora candidata allo scudetto. Simone Inzaghi è a caccia di un difensore centrale. Sembrano fatti gli acquisti dell’esterno franco-algerino Mohamed Fares, 24 anni, dalla Spal per 10 milioni, destinato alla fascia sinistra, e dell’attaccante kosovaro Muriqi, 26 anni, dal Fenerbahce (accordo sui 20 milioni). In pista il poliedrico centrocampista argentino Gonzalo Escalante, 27 anni, libero dall’1 settembre dall’Eibar, club spagnolo. Pepe Reina, 38 anni, toh!, proprio lui, tra i portieri dopo il Milan e l‘Aston Villa: ha già parato un rigore nell’amichevole contro il Padova. Nostalgia canaglia, Napoli è vicina.

MILAN

Respinto il progetto-rivoluzione di Ralf Rangnick, il tedesco di 62 anni direttore sportivo di Salisburgo e Lipsia, le squadre di calcio della Red Bull, la bevanda energetica che mette le ali con un fatturato di 5,5 miliardi di euro, il Milan torna nelle mani salde di Paolo Maldini e Frederic Massara. Conferma di Pioli, campione del post-lockdown (Milan 30 punti, Atalanta 27, Inter 25, Juventus 20 nelle dodici partite della ripresa del campionato); rinnovo di Ibrahimovic (7 milioni); Sandro Tonali, il nuovo Pirlo, vent’anni, dal Brescia per 35 milioni (10 di prestito, 15 per il riscatto più 10 di bonus); Brahim Diaz, 21 anni, spagnolo di origini marocchine, in prestito dal Real Madrid che lo prese l’anno scorso dal Manchester City per 17 milioni, trequartista effervescente ed esterno offensivo; caccia grossa per il ritorno del poderoso centrocampista Tiémoué Bakayoko, 26 anni, 1,89, francese di origini ivoriane, strappandolo al Chelsea che pretende 30 milioni di euro. Il Milan giocherà in Europa League. In campionato, obiettivo qualificazione per la Champions. Squadra giovane con Ibra santo patrono, gioco ritrovato (4-2-3-1), Calhanoglu profeta del centrocampo, Rebic per i gol in attesa dell’esplosione del portoghese Rafael Leao, 21 anni, 1,88, e c’è sempre Paquetà. In corso il rinnovo di Donnarumma, l‘ultimo tesoro di Raiola.

NAPOLI

Via Allan (all’Everton di Ancelotti), in ballo la cessione di Koulibaly (al Manchester City per 75 milioni) è rimasto quasi nulla (Mertens, Ghoulam) del Napoli costruito da Benitez sette anni fa, poi affinato da Sarri. Così Gattuso deve lavorare a una squadra nuova. La "rosa" del Napoli offre giocatori pronti per il 4-3-3. Gattuso sta provando il 4-2-3-1 (piace anche a De Laurentiis) per la principale esigenza di impiegare Mertens (tra Lozano, da lanciare definitivamente, e Insigne sugli esterni) a ridosso di Osimhen. Il belga e il nigeriano sono gli uomini-gol più accreditati. Ma il 4-2-3-1 pone due problemi. Primo problema: la coppia di giocatori davanti alla difesa dovrebbe essere formata da due "mastini" e il Napoli non li ha (Gattuso ha azzardato Demme ed Elmas a Castel di Sangro). Secondo problema: il 4-2-3-1 escluderebbe Fabian Ruiz e Zielinski che ha appena rinnovato il contratto. I due, che sono mezzali offensive, non potrebbero mai coprire il ruolo davanti alla difesa. Sono tutt’altro che "mastini". Inghippo grosso. Fabian Ruiz e Zielinski sulla linea mediana con un perno centrale rientrano nel 4-3-3. Ne resterebbe escluso Mertens a meno di schierarlo a destra nel tridente con Osimhen e Insigne. Sarebbe un Napoli sbilanciato in avanti. Come ne uscirà Gattuso che ha, poi, un altro problema: rendere solida la difesa che l’anno scorso ha incassato 50 gol in campionato, la difesa peggiore (dopo la Roma, 51 gol) delle prime sette squadre. La solidità della difesa, andando via Koulibaly, diventa il problema numero uno di Gattuso. In queste condizioni, il Napoli dovrebbe puntare a entrare in zona-Champions (primi quattro posti) con una concorrenza superiore. Anche il Milan punta a infilarsi nel quartetto formato da Inter, Juve, Atalanta, Lazio. Dovrebbe crollare una di queste quattro formazioni per fare largo. Il Napoli va incontro a una stagione difficile e il presidente è nervoso al punto di litigare con la radio ufficiale del Napoli. Per il momento diverte Osimhen ("la mia gazzella" ha detto De Laurentiis), centravanti agile e forte, col gol semPirlo pre in canna. Ma dovrà avere attorno una squadra "completa" per sfondare nel campionato italiano.

ROMA

Un’altra America. Dopo le otto stagioni di James Pallotta, 62 anni, bostoniano di origini abruzzesi, sette allenatori (Zeman, Andreazzoli, Rudi Garcia, Spalletti, Di Francesco, Ranieri, Fonseca), distruggendo man mano lo spirito romanista, ecco il californiano Dan Friedkin, 55 anni, patrimonio di 4,1 miliardi di dollari vendendo le Toyota negli States, che ha preso il club giallorosso da Pallotta per 591 milioni di euro accollandosi anche 140 milioni di perdite. Punto fermo trattenere i gioielli Zaniolo e Pellegrini. Per il resto, escluso l’esterno offensivo spagnolo Pedro, 33 anni, 1,69, giunto svincolato dal Chelsea, e trattenuto il vigoroso difensore inglese Chris Smalling, 31 anni, 1,94, per 13 milioni al Manchester United, resta in bilico il destino di Dzeko (da rimpiazzare con Milik). Sul mercato, la Roma è in stand-by.

BENEVENTO

La squadra del presidente Oreste Vigorito, il padre dell’energia eolica italiana, ritorna in serie A dopo avere stravinto il campionato cadetti con una difesa di ferro (27 gol subiti in 38 partite), già promosso a sette giornate dalla conclusione, sotto la guida tecnica di Pippo Inzaghi (47 anni). Bocciato nel massimo campionato due anni fa per emozione e inesperienza, con Roberto De Zerbi che sostituì Marco Baroni dalla decima partita, stavolta la storia sarà diversa. Il Benevento ha un’ossatura e un gioco ben precisi. Ha preso per 2,5 milioni un guerriero in difesa, il polacco Kamil Glik, ex Torino, 32 anni, 1,90, reduce da quattro stagioni col Monaco; il centrocampista d’esperienza Artur Ionita, moldavo, 30 anni, 1,86, dal Cagliari; il terzino sinistro belga Daam Foulon, 21 anni; e, per vivacizzare l’attacco, l’ala della Sampdoria Gianluca Caprari, 27 anni, 27 gol in serie A, in prestito per 1,5 milioni, riscatto fissato a 7,5, e il centravanti di lungo corso Gianluca Lapadula, 30 anni, dal Genoa per 3,5 milioni, più di cento gol in tutte le categorie (26 reti in serie A), che sarà sostenuto da Roberto Insigne e da Marco Sau. Club attivissimo sul mercato con obiettivi l’ala Gervinho dal Parma e l’attaccante olandese Kluivert, 21 anni, dalla Roma.

Mimmo Carratelli