Come un film poliziesco. Dalle indagini una novità al giorno. O quasi. Come un film, ma nel caso in questione non una fiction, ma la rappresentazione della realtà. Protagonista la Lega, questa di Matteo Salvini. Protagonista assoluta e incontrastata. Dobbiamo sentirci in dovere di ringraziarla persino: movimenta la nostra vita di cronisti impegnati nel quotidiano a riferire sulle ombre che hanno accompagnato l’esistenza del partito ex predicatore dell’onestà e della pulizia morale. Ricordate Roma ladrona, la Capitale culla di ogni nefandezza meritevole di essere spogliata di ogni autorevolezza e potere? Bene, oggi la Lega viene bellamente sputtanata dalle rivelazioni dei suoi commercialisti, chiamati a deporre e confessare. Il recente passato del partito come uscito dalla lavatrice automatica. Vengono fuori fatti incredibili, divenuti via via pubblici attraverso le rivelazioni dei commercialisti al soldo della Lega e ora anche dei contabili del partito. Tanto per dire, una società dell’ormai arcinoto Di Rubba e dell’altrettanto popolare Manzoni avrebbe utilizzato parte dei fondi della famigerata "Film Commission". Lo scopo? Acquisizioni di immobili. Conclusione momentanea dell’indagine: due ville acquistata sul Lago di Garda coi soldi della Regione Lombardia. Giri pazzeschi, rimasti a lungo ignoti, protetti da omertà e convenienza. Una solida forma di complicità a protezione del malaffare leghista. L’inchiesta prosegue, ne vedremo delle belle, questo è sicuro, certissimo. Malaffare a tutta randa, che avrebbe provocato l’ira dell’infuriato di Scilleri, anche lui assurto a grande rumorosa notorietà. I presunti complici mandati violentemente a quel paese. L’hanno escluso dall’affare della compera delle due ville. "A me solo il terreno". In sintesi sarebbe accaduto questo. Una parte degli 800mila euro di soldi pubblici incassati dalla Film Commission per l’acquisto della sede di Cormano sono stati usati dai commercialisti della Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Soldi dirottati sull’acquisto di due appartamenti al Green Residence Sirmione di Desenzano sul Garda. "Due belle ville sul lago", riferirà l’altro commercialista della Lega, Michele Scilleri, intercettato dai tecnici della Guardia di Finanza. "Questi qua sono dei mascalzoni, che mettono le mani nella marmellata. Appena la tiri fuori, ti rubano anche quella roba lì". Scillieri al telefono, furibondo. "Invece di compare il terreno, fatemi comprare quelle lì. Se le sono comprate loro dopo sei mesi". Il denaro di provenienza Regione Lombardia e affidato nel 2007 all’ente cinematografico guidato da Di Rubba viene prima veicolato verso Andromeda srl di Scillieri. Poi, a capo di un lungo giro di società e bonifici alla Taac. La srl di Di Rubba e Manzoni, deputata agli investimenti immobiliari. Ma l’unico investimento rintracciato dalla Guardia di Finanza di Milano è stato l’acquisto dei due immobili sul Garda con garage e di un terzo box. La Finanza, a maggio, consegna al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e al pm Stefano Civardi una informazione. Viene ricostruita l’origine della compravendita e il percorso compiuto dal denaro. Ottocentomila euro usati per la compravendita. La Taac, rilevano gli inquirenti, risulta formata per metà da "liquidità con inequivoca matrice pubblica, in quanto associabile temporaneamente, soggettivamente e quantitativamente allo smistamento a cascata del contributo pubblico di Regione Lombardia a Lombardia Film Commission…". La prima acquisizione al Green Residence Sirmione riguarda l’abitazione Bounganville con box al prezzo di 310mila euro. Operazione perfezionata il 21 dicembre 2017. Undici giorni dopo la vendita dell’immobile a Lombardia Film Commission. La seconda acquisizione è del 30 marzo 2018. Taac acquista l’immobile Digil a settembre per 28mila euro. La GdF sintetizza: "La Taac è amministrata dalla cognata di Di Rubba, Vanessa Servalla". Indagata con i tre commercialisti, "è solamente una delle pedine create e manipolata da Di Rubba e Manzoni per dissimulare l’appropriazione del profilo derivante dall’operazione immobiliare di Cormano, di per sé caratterizzata da plurimi profili di anomalia". Secondo la Guardia di Finanza, la compravendita delle villette rappresenta "il tornaconto finale delle manovre speculative realizzate da Di Rubba e Manzoni in pregiudizio delle finanze pubbliche". Un’architettura criminale ben congegnata, da veri professionisti dell’imbroglio. Ecco come ingozzarsi e ingozzare il partito col denaro pubblico. Manovre, sottolineano gli inquirenti, "innescate dal business di Cormano". Dove l’imprenditore leghista ha incassato 250mila euro di fatture "per ristrutturazioni anche nella vicenda di Desenzano". E qui viene registrata l’apparizione di Francesco Baracchetti, l’imprenditore elettricista segnalato "in operazioni sospette" di Banca d’Italia per aver incassato un milione e mezzo di euro dalla Lega. Soldi finiti in parte in Russia e in parte sui conti della Lega e dei due commercialisti. Baracchetti è protagonista nella compravendita di Bonguaville di "una operazione incomprensibilmente antieconomica per Baracchetti Service quanto conveniente per Taac". L’imprenditore elettricista versa 100mila euro di caparra, ma rinuncia alla compravendita dell’immobile, versando altri 100mila euro al commercialista. I magistrati hanno ricostruito il percorso dei soldi dalla Regione Lombardia alle villette, schematizzandolo. E attribuendo lo spargimento di denaro pubblico tra le varie società riconducibili a Eco srl di Maffeis-Di Rubba, Immobiliare Andromeda di Scillieri, Baraccacchetti Service, Studio CLD di Di Rubba e Manzoni, SDC srl Mazoni-Scillieri, Studio Base Consulting Mazoni-Di Rubba, Taac Mazoni Di Rubba.

Siamo senza parole.

FRANCO ESPOSITO