Agli italiani in genere, specie oggi che una paurosa crisi economica si è già manifestata in larghi strati della popolazione, e si annuncia ancora più catastrofica, come ha detto il Governatore della Banca d’Italia, nell’imminente autunno, poco importa se il Parlamento sarà rappresentato da 945 persone, o da 600, se, poi, restano, drammatici, i problemi della disoccupazione, del vertiginoso aumento della spesa pubblica, della paura (indotta) per la pandemia in atto, della Scuola dove i nostri figli, o nipoti, non sanno dove sedersi, e quante lezioni siano in classe o a casa (preferisco, ultimo dei nostalgici, usare termini italiani, piuttosto che l’inglesismo imperante!). De Gasperi diceva che non era importante (già 70 anni fa!) indicare chi andava a Destra o chi andava a Sinistra: l’importante era seguire chi andava verso la "giustizia sociale"! Oggi più che mai è attuale quel messaggio, viste le condizioni economiche in cui ci troviamo, con un impoverimento della classe media, una volta asse portante della nostra Società, che si sta avvicinando al baratro della povertà. Non possiamo dare ascolto, perciò, a chi riduce a mera demagogia il gap economico e sociale ancora più profondo che in questi ultimi anni si è prodotto tra pochi privilegiati ricchi (alta finanza, soprattutto) e il Popolo in genere, con sacche di povertà assoluta aumentate a dismisura, dove il famoso reddito di cittadinanza ha prodotto solo illusioni o storture, sino a scoprire ogni giorno che ne usufruiscono pure appartenenti alla camorra, ‘ndrangheta, mafia o delinquenza comune! Il principio (aberrante!) a base della riduzione del numero dei parlamentari si fonderebbe proprio per garantire una maggiore giustizia sociale(!). Abbattendo drasticamente di un terzo il numero dei parlamentari, si dice, si abbattono i costi della "famigerata" politica, e, quindi, ci sarebbe un maggior allineamento a quella giustizia invocata dal Popolo contro la cosiddetta "Casta". Quanta è falsa e demagogica, questa impostazione! A parte il fatto che i costi della Politica non si abbatteranno affatto con la riduzione del numero dei parlamentari, visto che l’apparato (costosissimo) della burocrazia parlamentare (quella, sì vera "casta"!) rimane intatta, si vada a vedere, invece, di quanto è aumentata la spesa dei "novelli Robin Hood" per consulenze personali e affidamenti a studi professionali di cause afferenti alla Pubblica Amministrazione. Serve, invece, più "giustizia sociale", come diceva appunto De Gasperi, che si estrinseca soprattutto nello scegliere persone più competenti e preparate tra gli eletti. Non possiamo, con il taglio lineare, e senza una adeguata modifica elettorale che è di là da venire, (stiamo modificando la Costituzione, senza che vi sia ancora una legge che ne consenta l’attuazione. Solo nell’attuale Italia può accadere un tale scempio: costruire una casa, senza aver pensato come devono essere le fondamenta!) abdicare al ruolo fondamentale della democrazia per ogni cittadino: il voto per il proprio rappresentante. La Giustizia Sociale si estrinseca proprio al contrario di come vogliono i propugnatori della legge sul taglio dei parlamentari: la rappresentanza del Popolo, infatti, deve includere tutti i territori della nostra Italia, e non solo quelli di più grandi Regioni, come inevitabilmente succederà se i parlamentari saranno ridotti di un terzo. Considerando anche le nostre collettivitá all'estero... Il modello della "Piattaforma Rousseau", fino ad ieri vaticinato da Grillo e Casaleggio e da tutti i 5 Stelle, sta vacillando paurosamente, sino al punto che lo stesso Casaleggio jr., Di Maio sodale, minaccia di "ridurre i servizi della piattaforma", perché molti parlamentari grillini non versano più la quota mensile di 2.000 euro. Un’ultima annotazione: trovo semplicemente vergognoso l’atteggiamento di quasi tutti i partiti, da Destra a Sinistra, che ufficialmente sono per il SÌ (onore a chi si esprime ancora liberamente!), mentre nell’oscurità di buie stanze organizzano i loro scherani per il NO. Anche questo contribuisce ad allontanare i cittadini dalla Politica.

REDAZIONE CENTRALE