Al panorama generale di sfascio delle istituzioni italiane in Uruguay contribuisce in maniera determinante anche il Comites, l’organo che dovrebbe rappresentare la comunità e che invece è avvolto da tempo in una lotta viscerale tra due fazioni che rispondono ai nomi di Filomena Narducci e Renato Palermo. L’ultimo capitolo di questa farsa diventata ormai tragedia è andata in scena martedì sera alla Casa degli Italiani durante la seduta del comitato che ha visto un improvviso stop nel corso dei suoi lavori. Il gruppo di Palermo ha annunciato la volontà di abbandonare l’esecutivo a cui aveva preso parte a partire dal 2017 per l’elezione del presidente Maggi. Il motivo di questo strappo sono "i ripetuti tentativi dell’altra lista di ostacolare sistematicamente le nostre proposte e di non far funzionare questo organismo come dovrebbe. Il nostro gruppo ha deciso di lasciare la maggioranza ma continueremo a essere presenti e lavorare per difendere la collettività in ogni iniziativa" ha affermato Palermo che è anche consigliere uruguaiano per il Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero). L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la videoconferenza per il referendum costituzionale organizzata il 30 agosto dal Comites di Montevideo e dal Cgie attraverso l’intervento del suo segretario Michele Schiavone. Una delle ragioni dello scontro è stata la partecipazione di Rodolfo Ricci, consigliere del Cgie oltre che vicepresidente del comitato per il no al referendum. Una presenza, la sua, che è stata fortemente criticata dalla Narducci in quanto "non era stata coordinata e poi si sarebbe dovuto dare altrettanto spazio alle ragioni del sì dato che il Comites non può fare propaganda elettorale e avrebbe dovuto mantenere imparzialità". "La consigliere Narducci" -ha accusato Palermo- "ha chiamato il segretario Schiavone. È stata una brutta figura per tutti noi e una totale mancanza di rispetto che si accumula a una serie di altri episodi accaduti in questi ultimi 2 anni". "Chi rappresenta la collettività" -ha risposto la Narducci- "dovrebbe conoscere gli organismi di rappresentanza e le loro funzioni. Forse qualcuno ha confuso il partito politico con il ruolo di rappresentante. Io ho solo difeso l’istituzionalità del Comites e se devo essere attaccata per questo va bene ma sono stanca che qualcuno cerchi di manipolarmi. Questa dovrebbe essere l’occasione per aprire una seria riflessione sui ruoli dei rappresentanti". In realtà quella della videoconferenza è solo uno dei tanti litigi che hanno caratterizzato la vita di questo organismo in agonia, sempre più solo e alla deriva, chiuso nella lotta tra i principali esponenti della comunità e lontano anni luce dai problemi della gente. Intervenuto al margine della discussione, il presidente Alessandro Maggi ha mostrato tutta la sua delusione, l’ennesima da quando è in carica: "Posso capire le critiche e i diversi punti di vista che fanno parte della discussione ma quello che mi sorprende di più è che per qualcuno è più importante la lista e non il Comites come è stato dimostrato con l’abbandono della seduta. Questo non lo accetto e mi appello alla sensibilità dei consiglieri per salvaguardare questo organismo. Ci sono alcuni temi urgenti da trattare come il bilancio preventivo del 2021 e il progetto della ricerca sulla nuova emigrazione". Quale sarà il futuro del Comites in quello che dovrebbe essere il suo ultimo anno di vita prima delle nuove elezioni? Difficile prevederlo.... Comunque, chiederemo ad horas a Filomena Narducci e Renato Palermo - se vorranno accettare la nostra proposta super partes - una completa esposizione dei fatti perché anche la collettività capisca i motivi del loro contendere.

MATTEO FORCINITI