Max e Laura Lucchetti sei anni fa sono partiti da Milano. Un sogno trasformato in realtà: aprire un ristorante negli Stati Uniti. Sono arrivati in Florida, a Pompano Beach e hanno creato 'La Forketta', stile trattoria, come in Italia, menù semplice, ma genuino che dopo le inevitabili difficoltà iniziali, ha ingolosito i locali e i turisti.

'La Forketta' si trova appena a sud del Palm-Aire Country Club, piccolo locale, ma decorato perfettamente, arredo accogliente, pulizia impeccabile, forno per pizze autentiche, una cucina davvero italiana. E anche a buon prezzo. Max e Laura hanno sempre lavorato, tutti i giorni, per far sì che il loro sogno continuasse. Poi l'incubo, di nome COVID. "Anche se abbiamo dovuto ridurre le nostre ore - aveva spiegato qualche tempo fa Max - siamo grati per il sostegno che abbiamo ricevuto da parte di tutta la comunità".

Pompano Beach, una cinquantina di chilometri a nord di Miami, città di oltre 110.000 abitanti, conosciuta per le spiagge, i suoi porti turistici, la barriera corallina, una meta per i subacquei, diversi i relitti al largo, è una delle tante località sulle coste dell'Atlantico in Florida che ogni anno accoglie decine di migliaia di turisti. Una città che nonostante tutto mantiene i valori dei piccoli agglomerati urbani statunitensi e che ha accolto, e fatto sentire quasi come a casa, Max e Laura. Ma anche se Pompano Beach si è dimostrata vicina ai Lucchetta in questi terribili mesi, il futuro potrebbe essere nerissimo.

Infatti nel giro di un paio di mesi Max e Laura potrebbero essere non solo costretti a rinunciare al loro sogno americano, ma rischiano anche essere rispediti in Italia dopo aver investito nel ristorante tutti i loro risparmi, 100.000 dollari. Un sondaggio della National Restaurant Association ha rivelato che a metà settembre in tutti gli States avevano già chiuso permanentemente 100.000 esercizi di ristorazione e il 40% di quelli che sono rimasti hanno dichiarato che non ce le faranno per altri sei mesi senza aiuti federali. Ma per i coniugi Lucchetta si aggiunge anche un altro, enorme, problema: infatti fanno parte di quegli imprenditori immigrati il cui futuro negli Stati Uniti è legato alla sopravvivenza della loro attività economica.

In poche parole: se 'La Forketta' chiude i loro visti potrebbero essere annullati, costringendoli, assieme ai loro due figli, a tornare in Italia, o, caso estremo, a dover affrontare la deportazione. "Orribile - così ha descritto la situazione Max - c'è paura, ho passato tante notti insonni". Uno straniero per poter aprire un ristorante negli USA deve infatti richiedere un visto specifico, si chiama E-2. "Sono concessi - ha spiegato al Sun-Sentinel, Patricia Wall-Santiago, avvocato specializzato in immigrazione - agli imprenditori che investono ingenti somme di denaro negli States, per i ristoratori sono circa $100.000, ma si richiede anche minimo il pareggio di bilancio, obiettivi di redditività e l'assunzione di dipendenti statunitensi".

Per sei anni tutto è andato come i regolamenti richiedevano, ma dall'arrivo del Coronavirus le entrate per 'La Forketta' sono scese del 70%. Come si fa? "Il mio consiglio è quello di continuare l'attività, come possono - ha spiegato l'avvocato Alessandro Colnago, specializzato nel settore che come clienti ha proprio i coniugi Lucchetti - se si chiude definitivamente, devono tornare da dove sono venuti e questo si applica a tutti, nella Florida sono tanti gli imprenditori in questa situazione. Io per Max e Laura però sono ottimista, perchè loro sono davvero creativi".

E i Lucchetti stanno lottando, disperatamente. "Non possiamo perdere questa attività - ha ribadito Max, 50 anni - non ci voglio nemmeno pensare, ci ucciderebbe. Non abbiamo intenzione di ricominciare tutto dall'inizio. I nostri figli (Alessandro 20 anni e Luca 15) ormai sono più americani che italiani e anche noi". Anthony Pantano, avvocato di Miami, crede nella non rigidità del governo degli Stati Uniti. "Capiscono che si tratta di una pandemia e sono convinto - ha sottolineato - che verrà preso in considerazione l'impatto economico prima di qualsiasi decisione".

Non si deve dimenticare infatti che, secondo quanto reso noto in un rapporto della New American Economy, nel 2018, e solo in Florida, c'erano 388.000 imprenditori immigrati 245.000 dei quali poi nel South Florida. Non ci sono invece numeri per le deportazioni di titolari di visti E-2. Gli unici dati a disposizione, i più recenti, periodo tra ottobre 2016 e settembre 2017, parlano, in generale, di 7.082 deportazioni eseguite dall'ICE di Miami.

di SANDRA ECHENIQUE