"Purtroppo negli ultimi anni, gli attivisti radicali hanno cercato di minare l'eredità di Cristoforo Colombo. Questi estremisti cercano di sostituire la discussione sui suoi vasti contributi parlando dei fallimenti, le sue scoperte con le atrocità e le sue conquiste con le trasgressione". Così il presidente Donald Trump ha iniziato il suo discorso nel tradizionale intervento della White House in occasione del 12 ottobre. "Con il Columbus Day - ha proseguito - ricordiamo il grande italiano che ha aperto un nuovo capitolo della storia mondiale". Trump si è poi soffermato sul dibattito, feroce e anche violento che si è aperto sulle responsabilità vere o presunte dei primi esploratori, e quindi anche di Cristoforo Colombo, nel genocidio dei nativi. "Invece di imparare dalla nostra storia , l'ideologia radicale e chi vi aderisce cercano di rivisitarla - ha ribadito - La privano di ogni splendore e la segnano come profondamente negativa. Non dobbiamo cedere a queste tattiche. Dobbiamo insegnare alle generazioni future la nostra storia, cominciando con la protezione dei monumenti dei nostro intrepidi eroi". E proprio riguardo alle statue, distrutte, vandalizzate, tolte da parchi e piazze sotto l'assalto di coloro che protestano, Trump ha ricordato di aver firmato un 'ordine esecutivo' disponendo che chiunque compia atti vandalici su un monumento federale o una statua, 'sia proseguito duramente dalla legge". Ma questo lunedì 12 ottobre 2020, Columbus Day negli Stati Uniti, universalmente la ricorrenza della scoperta dell'America, il giorno più importante negli Stati Uniti per la comunità italo-americana, sarà ricordato come il più silenzioso e controverso. Innanzitutto il COVID-19: per la pandemia annullate quasi tutte le parate che erano in programma, qualche piccola eccezione, ma naturalmente con mascherine e distanziamento sociale, ma oltre al virus un altro 'contagio' ha pervaso la vita americana: la voglia di distruzione di tutto ciò che Cristoforo Colombo ha rappresentato a rappresenta tuttora negli States. Così in silenzio, nella notte, da tempo tanti monumenti sono stati rimossi, dopo che altrettanti erano stati attaccati dalla cieca furia della protesta. Sono state presentate denunce in tribunale, altre ne stanno arrivando: è il caso di Syracuse, stato di New York, in seguito alla decisione unilaterale del sindaco Ben Walsh che ha deciso che non c'è più posto in città per la statua del navigatore. "Fa parte della nostra vita - ha commentato Bob Gardino, segretario del Columbus Monument Corporation Board - l'azione del sindaco è la cosa più crudele che ci saremmo potuti aspettare. E sì siamo intenzionati a intraprendere una azione legale. Abbiamo già almeno un avvocato pronto a cominciare, ma ci saranno più persone coinvolte". E Syracuse è stata una delle poche città che ha previsto nonostante la pandemia, la cerimonia tradizionale da parte del Columbus Monument Corporation. Syracuse era stata preceduta dalla Italian American Voice Coalition che aveva promosso una causa nei confronti della città di West Orange nel New Jersey, in quanto la rimozione delle statue raffiguranti Colombo 'rappresentano la privazione dei diritti civili'. In precedenza a Pittsburgh, in Pennsylvania, la 'Art Commission' aveva votato 5-0 la rimozione di una statua che era presente dal 1958. Ma subito dopo è intervenuto il sindaco, Bill Peduto, il quale ha voluto ricordare che nessuna opera d'arte può essere toccata senza il suo consenso. E l'avvocato George Boschetto, in rappresentanza del proprio cliente Basil Russo, presidente della Italian Sons & Daughters of America e della Friends of Marconi Plaza (gruppo di Philadelphia) ha subito minacciato nuove cause da portare nei tribunali contro le amministrazioni comunali responsabili. A Boston invece si è agito in maniera, sembra, un po' diversa: il sindaco Marty Walsh ha deciso di ricollocare la statua di Colombo decapitata lo scorso giugno (ma stessa sorte anche nel 2006 e 2015) in un'altra località una volta che il restauro sarà completato. "Siamo rimasti sorpresi - ha detto Frank Mazzaglia, chairman di Italian American Alliance - ma dobbiamo essere sicuro che il monumento venga posto in un posto prominente e sicuro, anche se non è proprio questo che ha promesso il sindaco". Intanto in molte città e alcuni stati il 12 ottobre, Columbus Day, festa federale dal 1934, è stato ribattezzato Indigenous Peoples Day e proprio a Boston, si è svolta sabato una protesta da parte dei nativi.

ROBERTO ZANNI