Con 312 casi attivi di coronavirus, lunedì è stato il giorno più nero per l’Uruguay che ha registrato il record di persone con positività lungo questi sette mesi di emergenza sanitaria iniziata il 13 marzo. Eppure questo dato non desta grandi preoccupazioni secondo gli esperti perché tutto sommato il paese sta continuano a reggere allo tsunami, un ottimismo che risulta ancora più valido se contestualizzato nel panorama regionale. A preoccupare, semmai, sono le conseguenze per lo stato di salute dell’economia che continua a soffrire molto di più la pandemia.

Con il progressivo aumento di tutte le attività, a partire dalla metà di luglio (dopo un periodo di lungo ottimismo) c’è stato un aumento significativo dei casi e la curva dei contagi continua a timidamente a crescere pur non generando allarmismo. Gli ultimi dati del Sistema Nacional de Emergencias (Sinae) parlano di 51 morti e 299 attualmente positivi con un solo caso grave in terapia intensiva. Su un totale di quasi 270mila test realizzati, il numero di casi positivi accumulati è di 2.337. 312 sono stati i casi riscontrati all’interno del personale sanitario di cui 284 guariti, 27 ancora positivi e una vittima.

In linea con la tendenza degli ultimi mesi, la maggior parte dei contagi si concentrano a Montevideo che oggi registra 140 casi, vale a dire quasi la metà del totale. Segue il dipartimento di Rivera, poi Colonia e Canelones e successivamente più staccati: Cerro Largo, Soriano, Maldonado, Lavalleja, San José. Secondo il direttore dell’Institut Pasteur Carlos Batthyány sono molti i motivi per essere ottimisti sulla gestione sanitaria di questa emergenza in Uruguay. Indipendentemente dall’aumento dei casi, l’esperto segnala che la situazione è "estremamente buona" dato che oggi, rispetto a marzo, "il paese funziona quasi a pieno" ed è dunque normale avere numeri come questi.

Un fattore che continua a risultare decisivo è l’alta capacità di test accompagnata dal fatto di collegare i casi positivi con il numero di tamponi effettuati: "Se si fa la media settimanale dei test realizzati, l’Uruguay è sempre sotto l’1% di positività. Questo è un dato molto buono ed è quello che chiede l’Oms (Organizzazione Mondiale della Salute). Pochissimi paesi nel mondo rientrano in questa lista verde" ha affermato Batthyány in un’intervista alla trasmissione "En Perspectiva" di Radiomundo.

Tra fiducia e prevenzione, intanto, l’Uruguay ha annunciato di aver già comprato 750mila dosi di un possibile vaccino inserendosi in una lista di nazioni con priorità dell’Oms. L’annuncio è stato dato dal segretario di Presidenza Álvaro Delgado e il prezzo pagato per assicurarsi queste dosi è stato di 2 milioni di dollari.

Matteo Forciniti