Egregio Direttore,

Il Governo nei prossimi giorni affronterà il tema della Riforma delle Pensioni, che in alcuni aspetti potrà interessare i nostri connazionali residenti all’estero. Le indiscrezioni anticipano che molto probabilmente verrà utilizzato lo strumento legislativo della legge delega ma nel frattempo il Governo incontrerà le parti sociali per affrontare il nodo degli interventi strutturali, tra questi la revisione di Quota 100, dell’Ape sociale e di Opzione donna (pensione anticipata alla quale hanno diritto anche le nostre emigrate che hanno versato contributi in Italia).

Ci sembra comunque quasi certa la "riconferma" dell’età pensionabile per la pensione di vecchiaia. Credo infatti che sia opportuno ricordare che nei prossimi tre anni non salirà l’età per la pensione di vecchiaia, anche per gli italiani residenti all’estero i quali hanno lavorato in Italia prima di emigrare e matureranno la pensione tramite il meccanismo della totalizzazione dei contributi versati sia in Italia che all’estero.

Si potrà quindi andare in pensione di vecchiaia e richiedere il pro-rata italiano all’età di 67 anni nel 2020, 2021 e 2022 ed ovviamente si dovranno far valere almeno 20 anni di anzianità contributiva che potrà essere maturata con la totalizzazione dei contributi versati in Italia e all’estero in un Paese con il quale l’Italia ha stipulato una convenzione bilaterale o multilaterale (Regolamenti comunitari) di sicurezza sociale (ricordo che l’età pensionabile di vecchiaia è stata bloccata da un Decreto del MEF - n. 267 -). Come è noto da alcuni anni l’accesso alla pensione di vecchiaia è legato al sistema c.d. "speranza di vita". Se aumenta la speranza di vita aumenta anche l’età pensionabile di vecchiaia. Per i prossimi tre anni tuttavia l’Istat ha stimato che la vita media degli italiani non aumenterà e quindi il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia rimarrà bloccato fino al 2023 quando probabilmente saranno richiesti 67 anni e tre mesi di età.

Giova ricordare che il requisito anagrafico di 67 anni vale sia per gli uomini che per le donne, in quanto l’età pensionabile per la vecchiaia è stata parificata dal 2018. Non ci sono quindi più differenze in termine di età pensionabile tra donne e uomini. Si ricorda inoltre che il Trattamento minimo pensionistico per il 2020 è pari a 515 euro per un importo annuale di 6695 euro. Consigliamo sempre di rivolgersi al patronato di riferimento sia per fare la domanda di pensione sia per ottenere ogni chiarimento necessario, non dimenticando che in Italia si può andare in pensione anche con la pensione anticipata di anzianità sempre con il meccanismo della totalizzazione.

Angela Schirò, Deputata PD - Rip. Europa - Camera dei Deputati