Il Covid non ferma gli stati generali del M5S, ma alla luce delle nuove disposizioni il congresso grillino non potrà avere luogo fisicamente. Lo stato maggiore del Movimento 5 Stelle sta studiando soluzioni alternative per celebrare la due giorni in programma il 7 e l'8 novembre: l'ultimo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Conte vieta le attività congressuali e convegnistiche in presenza, per cui, osservano fonti dell'organizzazione interpellate dall'Adnkronos, "è ovvio che si vada verso l'ipotesi di stati generali online". "Saranno un momento di riflessione, analisi, verifica. Uno 'stop and go', ma per andare avanti più forti di prima", ha spiegato il capo politico M5S Vito Crimi collegato con l'evento al Senato 'Dopo il coronavirus - la cultura politica del Movimento 5 Stelle'.

In quella sede il M5S ha presentato i risultati di una ricerca commissionata al sociologo Domenico De Masi dalla senatrice Barbara Floridia, responsabile formazione del Movimento. Lo studio si articola in 11 capitoli ed è stato realizzato coinvolgendo 15 esponenti pentastellati. L'obiettivo: delineare l'agenda pentastellata del futuro, descrivendo "quale sarà dopo la pandemia e i suoi effetti sul contesto socio-economico italiano - la più probabile evoluzione della cultura politica del Movimento 5 Stelle". Nella ricerca tornano cavalli di battaglia come la "decrescita felice" e il reddito di cittadinanza (che "va rafforzato rendendolo universale") e viene ribadito il carattere "post-ideologico" del M5S, che però "non potrà prescindere da una chiara connotazione di stampo progressista" con idee "sempre più aderenti a quelle del modello politico e culturale socialdemocratico".

Si registra una forte apertura al tema dell'immigrazione, che, si legge nel documento, sarà "un enorme potenziale per fornire al paese le risorse umane e i talenti necessari ad assicurare prosperità economica ed evitare tensioni sociali". Nell'Italia post Covid alle prese con la crisi demografica, inoltre, stando agli esiti della ricerca di De Masi, "sarà necessario svecchiare la popolazione italiana accogliendo stranieri giovani e giovanissimi e avviando una seria politica di formazione e integrazione".