Radiato per sporcizia accertata Palamara, sistemato in quiescenza Davigo fresco pensionato, le toghe progressiste di Area vincono le elezioni dell’Associazione nazionale magistrati. Mai accaduto prima, la vittoria diventa spiegabile soprattutto con un’astensione significativa dei magistrati e con lo zoccolo duro che conforta e sostiene da sempre la corrente.

Area è formata da Magistratura Democratica e Movimenti per la Giustizia. La platea elettorale di sinistra può contare tra i 1600 e i 1800 voti. Crolla la corrente Palamara, vince Area. Si dimezza quella di Davigo senza Davigo. Nelle elezioni per il rinnovo dei trentasei membri del parlamentino di Anm, Area ha preso1885 preferenze e 11 seggi, contro le 1836 del 2018. Senza il suo leader Piercamillo Davigo, il magistrato più votato quattro anni fa con oltre 1000 voti, Autonomia e Indipendenza ha avuto 749 preferenze e 4 seggi, a fronte dei 1271 voti del 2016. Persino scontato il risultato, maturato pienamente in tutta la sua evidenza con Davigo appena decaduto da consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura. Toga in pensione da ieri.

Il parlamentino, vero e proprio sindacato dei giudici, ha acquisito nel tempo grande valenza politica, fino al terremoto provocato dalle inchieste su Luca Palamara. Silurato lui, un successo vero l’ha ottenuto Magistratura Indipendente, storicamente conservatrice, nonostante lo scandalo per il coinvolgimento del suo leader ombra Cosimo Ferri , deputato renziano, e di tre togati del Csm, costretti alla dimissioni l’anno scorso. Magistratura Indipendente tallona Area, con 1648 voti e 10 seggi, contro i 1589 del 2016. Il brillante risultato è frutto anche dell’unione, questa volta, dei fuoriusciti di Unicost. Antonio Sangermano tra gli altri, ex pm del caso Ruby Berlusconi. Ha preso voti e, in piccolo, vince pure la lista Articolo 101 capeggiata da Andrea Reale, gip a Ragusa, unico eletto nel 2012 in una lista molto simile. Articolo 101 ha preso voti ad Ael per la sua tenace ed efficace campagna anti correnti. "Siamo sopravvissuti bene", commenta il più votato di Ael, Aldo Morgigni, già componente nel Csm di cui faceva parte anche Palamara.

"Ma la vera sfida per l’Associazione Nazionale Magistrati è smetterla di sembrare la parodia di un partito politico degli anni Cinquanta e impegnarsi davvero nel rinnovamento e nel cambiamento". Ben detto, la speranza è che alle parole i neo eletti facciano seguire fatti probanti. Può considerarsi positivo il responso elettorale anche Proposta B, una lista molto simile a quella di Reale, capeggiata a sua volta da Giuliano Castiglia, gip a Palermo. 651 preferenze e 4 seggi. In evidente netto calo, alle elezioni dell’Associazione Nazionale Magistrati, la lista centrista Unicost, il cui uomo forte era appunto Luca Palamara. L’ex magistrato fresco di espulsione dalla magistratura per le note vicende che hanno portato alle dimissioni anche di tre consiglieri del Csm. Unicost resta comunque terza corrente nella classifica delle preferenze, con 1212 voti e 7 seggi, a fronte delle 2522 del 2016. In calo il numero dei votanti, spiegabile facilmente con il disorientamento conseguente allo scandalo delle nomine.

Gli elettori, per la prima volta, si sono espressi per via telematica. Hanno votato in 6.101, pari all’85,9% dell’elettorato attivo. La flessione del numero dei votanti risulta evidente dalla comparazione dei dati: un migliaio in meno rispetto a chi si era registrato sulla piattaforma elettronica adottata causa Covid; duemila in meno rispetto al 2016. Luca Poniz il più votato, 739 preferenze. Milanese, toga di Area, è il presidente dimissionario, come i colleghi di gruppo in giunta Anm. Tutti quelli che hanno voluto prendere le distanze da Unicost, con cui governavano, ritenuta "morbida" rispetto allo scandalo nomine. Ma il più evidente verdetto delle prime consultazioni post-scandalo è questo: due terzi dei magistrati in servizio hanno premiato come "primo partito" Area.

Il cartello formato dalle toghe rosse di Magistratura democratica e dal Movimento per la giustizia. Quelle toghe rosse ritenute nemiche e di parte da Berlusconi e da Salvini. Come il giorno dopo le elezioni politiche, i commenti ai risultati fanno registrare solo vincitori. A cominciare da quelli veri. Sostiene Eugenio Albamonte, segretario di Area: "Per noi è un ottimo risultato se si considerano gli oltre mille votanti in meno rispetto alla precedente tornata. Il risultato premia la responsabilità che ci siamo assunti nella gestione della crisi con la presidenza di Luca Poniz, che ha svolto un grande lavoro all’indomani del caso Palamara". Il parlamentino dei trentasei voterà i vertici il 7 novembre. Verrà eletto il nuovo presidente. Le trattative sono già cominciate. Si prevede un accordo non facile, chiaramente in salita. Una guerra dopo l’altra, questa è la vita nell’ambito dell’Associazione Italiana Magistrati.

Franco Esposito