Che dallo scoppio della pandemia Matteo Salvini non ne abbia azzeccata più una, è un dato di fatto ormai assodato, basta andare a prendere le sue dichiarazioni che da marzo in poi sono oscillate - talvolta nell'arco di sole 24 ore -  da "chiudiamo tutto" ad "apriamo tutto", da "giù la mascherina" a "su la mascherina". Fin quando però siamo esclusivamente sul piano della propaganda politica, la cosa non nuoce a nessuno se non alla sua leadership e quindi in fin dei conti a lui stesso.

Quando però vien fuori che le politiche portate avanti nell'anno del governo gialloverde - in questo caso il cavallo di battaglia Quota 100 - stanno contribuendo a mettere nei guai un sistema sanitario già al limite della sostenibilità, allora il giudizio cambia. E siccome spesso alla tragedia s'accompagna anche la farsa, ecco che i suoi compagni di partito sono costretti ora alla doppia abiura ideologica per rimediare all'errore: chiedere medici all'estero (altro che "prima gli italiani") e per giunta alle tanto odiate Ong (ricordate Carola Rackete?).

I fatti sono questi, e non hanno bisogno di ulteriori commenti. Il leghista Alessandro Stecco, presidente della Commissione sanità del Piemonte, ha lanciato un appello disperato affinché arrivino in regione più medici e infermieri possibile, vista la grave carenza negli ospedali per il picco di contagi e ricoveri dovuti al Covid. "È il momento di attingere a tutte le risorse disponibili - dice Stecco -, come è avvenuto e avverrà per i rinforzi arrivati da Cuba e dalla Cina. In un momento difficile per la mia regione, mi chiedo se quelle Ong che gestiscono ospedali e personale nei vari contesti internazionali, che magari vivono una fase pandemica diversa da quella europea, possano mandarci da subito personale medico e infermieristico, in modo da dare una mano a una delle parti d'Italia più colpite dal Covid in base al tasso di ricoveri".

Peccato però che a questo appello ci si è arrivati anche per colpa della Lega stessa. Come dimostra l'ultimo rapporto dell'Inps, l'applicazione di Quota 100 - quel meccanismo che per tre anni permette di andare in pensione prima dei requisiti di legge - ha privato il nostro sistema sanitario di risorse preziose per fronteggiare il colpo del virus. Leggendo il report, si scopre che al 31 dicembre 2019 ben 7.225 dipendenti del Ssn sono andati in pensione anticipata. Più di settemila fra medici e infermieri che oggi certamente avrebbero fatto comodo, in Piemonte ma non solo. Amara ironia della sorte, senza Quota 100 molti di questi operatori sanitari avrebbero dovuto lavorare almeno un altro paio d'anni ovvero per tutto il 2020 e il 2021, manco a farlo apposta quelli più duri per il nostro paese, in attesa che un eventuale vaccinazione di massa possa decongestionare il carico su pronto soccorso e ospedali.

Gianni Del Vecchio