di Federica Fantozzi

 

Alla fine di una giornata complicata Silvio Berlusconi decide di rispondere di persona​ agli attacchi di Matteo Salvini. E lo fa con un lungo comunicato, dove non si nomina mai il leader della Lega ma che a lui è diretto: “Forza Italia non è soltanto parte integrante del centrodestra, ne è il soggetto fondante”. Ed è dunque, imprescindibile, ricorda alla Lega: “I nostri alleati del resto sanno benissimo che senza Forza Italia – e senza le altre forze politiche di centro che rappresentano culture e tradizioni fondamentali nella nostra democrazia come quella democristiana, liberale e socialista – non avremmo un centro-destra, ma una destra isolata in Italia e in Europa, non in grado né di vincere le elezioni, né di governare il paese, esattamente come avviene in Francia per il Front National”.

 

L’ex premier nega “presunti scambi impossibili” - leggi “inciuci” in cambio di norme salva.Mediaset, come ha accusato Salvini - e si chiama fuori dal “teatrino della politica” poiché sarebbe “da irresponsabili perdere tempo in piccole manovre parlamentari” dato il grave momento “e non lo siamo noi né i nostri alleati”. Nessun passo indietro, invece, sulla linea della “disponibilità a collaborare”, come chiesto anche dal presidente della Repubblica, nello spirito “di un’unità sostanziale della Nazione”. Niente rimpasti o cambi di maggioranza bensì un partito unito “su questa linea di responsabilità istituzionale e di chiarezza politica”.

 

L’accenno alla destra di governo, ben più ampia del recinto sovranista che si auto-confinerebbe all’opposizione, è il cuore del testo con cui il Cavaliere replica punto su punto agli sgarbi del Capitano: “Leggo con stupore una serie di notizie e commenti giornalistici riferiti al ruolo di Forza Italia e a presunte divergenze con alcune forze politiche alleate. Ritengo quindi necessario ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, alcuni dati di fatto che dovrebbero essere per tutti evidenti”.​ Anzitutto, appunto, sul ruolo di Fi nel centrodestra “che esiste in Italia come possibile maggioranza di governo solo dopo e per effetto della mia discesa in campo nel 1994. Da allora Forza Italia non è mai venuta meno al suo ruolo e io personalmente ho sempre lavorato, accettando anche grandi sacrifici, per l’unità della coalizione”.

 

Poi, l’ex premier ribadisce quello che già Antonio Tajani ieri sera, poi la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini oggi, con l’intero stato maggiore azzurro nel mezzo, avevano detto: “Fi non ha alcuna intenzione di partecipare a maggioranze o governi con forze politiche incompatibili, ma sente il profondo dovere di assumersi le responsabilità verso la Nazione che derivano dal momento gravissimo che l’Italia sta attraversando, la peggiore crisi sanitaria ed economica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”.

 

Nessun “inciucio”, quindi – sottolinea Berlusconi – poiché “questo non ha nulla a che fare con manovre di palazzo, con quello che spesso ho definito “teatrino della politica”. Trovo offensivo non verso di noi, ma verso il paese che soffre, discutere di questo mentre tanti italiani rischiano di non potere essere curati, tanti altri italiani rischiano di perdere il lavoro, di chiudere l’azienda, di veder sfumare un’attività costruita in tanti anni di sacrifici, in molti casi addirittura di non sapere come sopravvivere”.​

 

A Salvini, una stoccata molto poco velata: “Chi alimenta questa discussione forse non si rende conto della gravità dell’ora che stiamo attraversando. Solo degli irresponsabili in questa situazione perderebbero tempo in piccole manovre parlamentari. Noi non siamo irresponsabili e naturalmente non lo sono i nostri alleati. Quindi non ci presteremo a strumentalizzazioni mirate a creare equivoci e divisioni. Per questo vorrei che non si parlasse più di queste meschinità – e tantomeno di presunti scambi di favori ovviamente impossibili – e si parlasse invece di quello che stiamo provando a fare per salvare le imprese, per tagliare la burocrazia, per sospendere il pagamento delle tasse, per aiutare le famiglie e la scuola e naturalmente per potenziare con il MES il sistema sanitario e retribuire meglio medici e infermieri”.

 

Avanti, quindi, sulla linea del dialogo con la maggioranza purché con questi paletti e con questi obiettivi: “Questo è il senso della nostra disponibilità a collaborare, nello spirito dei richiami del Capo dello Stato ad un’unità sostanziale della Nazione. Fi è unita su questa linea di responsabilità istituzionale e di chiarezza politica da cui chiaramente discende che mai parteciperemo ad un governo con forze politiche per noi totalmente incompatibili”. La partita non è chiusa.