di Mimmo Carratelli
 

Il campionato del Napoli si chiude oggi a La Spezia. Squadra ligure matematicamente salva, azzurri matematicamente terzi. Che partita sarà, si vedrà. Il dettaglio che si giochi alle 12, 30 in un clima già estivo esclude un impegno "allo spasimo". 

Sarà una passerella festosa per gli spezzini che hanno centrato per la seconda volta la salvezza in questi primi due anni in serie A: nel campionato scorso sei punti sopra la zona-retrocessione, oggi sette punti sul terzultimo posto. 

Da Vincenzo Italiano, nella stagione passata, a Thiago Motta sono state due belle imprese. Le vittorie sui campi del Napoli (1-0) e del Milan (2-1) hanno "illuminato" quest'anno il campionato dei liguri. Vittoria decisiva sabato a Udine nel momento più drammatico del percorso spezzino verso la salvezza: quattro sconfitte consecutive prima del colpaccio alla Dacia Arena friulana. 

Napoli nel mare della tranquillità, almeno in classifica, mentre ci sono varie agitazioni, dai rimpianti per lo scudetto mollato sul più bello (Mertens) agli striscioni anonimi contro De Laurentiis e Spalletti, più le incertezze sul futuro della squadra (Koulibaly, Osimhen, Fabian Ruiz in offerta speciale sul calciomercato), però società e allenatore soddisfatti (abbiamo centrato l'obiettivo della qualificazione Champions). 

Il Napoli si è rianimato nelle ultime tre partite (9 punti) dopo il flop imprevisto nel trittico della maledizione (Fiorentina, Roma, Empoli). 

Nella classifica degli scontri diretti fra le prime sette, il Napoli ha raccolto 19 punti dietro Milan (27 punti) e Inter (20), davanti a Juventus (15), Atalanta e Roma (11), Lazio (9). Azzurri imbattuti contro la Juventus (2-1 in casa, 1-1 fuori) e la Lazio (4-0 in casa, 2-1 fuori). Pari col Milan: 1-0 a San Siro, 0-1 al Maradona. 

Il Napoli ha fatto razzie in trasferta (40 punti, dietro al Milan 43) vincendo sui campi di Genoa (2-1), Udinese (4-0), Sampdoria (4-0), Fiorentina (2-1), Salernitana (1-0), Milan (1-0), Bologna (2-0), Venezia (2-0), Lazio (2-1), Verona (2-1), Atalanta (3-1) e Torino (1-0). 

Le cinque "vergogne" casalinghe: Atalanta (2-3), Empoli (0-1), Spezia (0-1), Milan (0-1), Fiorentina (2-3). Crisantemo all'occhiello le sconfitte in casa e fuori con l'Empoli. 

Un campionato da bicchiere pieno secondo gli obiettivi della società (ritorno in Champions), mezzo vuoto per il sogno-scudetto sfumato sul più bello. Spalletti aveva una buona squadra nella quale credeva prima ancora di apparire a Castelvolturno. Ha creduto anche allo scudetto. Il clamoroso flop di Empoli negli otto minuti finali, da 2-0 a 2-3, resta un mistero, gli errori individuali dei giocatori sono stati evidenti, neanche i cambi del tecnico hanno convinto. 

Nessun processo, comincia una nuova storia e chissà se prossimamente il Napoli avrà in classifica i vantaggi di questa stagione con la Juve defilata, le milanesi con i loro intoppi, la quota-scudetto bassa. Il futuro azzurro, molto impegnativo per Spalletti rispetto a quest'anno, dipende dalle cessioni (il Napoli è fuori di 240 milioni, ha detto il presidente, taglio agli stipendi). 

Probabile che Koulibaly vada via, Fabian Ruiz vuole andarsene, Insigne se ne è andato, la valutazione di Osimhen è alta per piazzarlo, fine dell'avventura azzurra per Ghoulam, Malcuit, Politano forse, Petagna, Ounas, anche per Zielinski le porte dovrebbero essere aperte, difficile che Ospina resti, insomma se il calciomercato assorbirà gli azzurri in partenza, ecco che Spalletti avrà una squadra da rifondare con la speranza che arrivi qualche calciatore di esperienza oltre ai giovani sui quali punta De Laurentiis. 

Il Napoli ha bisogno di un leader in campo e nello spogliatoio, un giocatore di grande esperienza e forte personalità. Sembra l'esigenza primaria, altrimenti avremo una squadra di buona volontà e giovani speranze. 

In arrivo certo il georgiano Chiarastella, nome d'arte al posto del cognome impronunciabile, esterno sinistro, l'erede di Insigne. Per il resto si brancola nel regno dei desideri, il difensore Palomino dell'Atalanta se Kalidou dovesse andarsene, Berardi dal rendimento incerto fuori dal Sassuolo, alcune "lenze" di centrocampo come il nazionale ceco Barak del Verona, il terzino sinistro uruguayano Olivera che il Getafe non molla facilmente, il centravanti diciannovenne Hlozek dello Sparta Praga, l'attaccante Broja del Southampton con la credenziale massima del suo metro e 91, persino Scamacca ancora più imponente (1,95), una lista lunga. 

Ma c'è un progetto definito? 
Il Napoli sa quale squadra vorrà rimettere in piedi d'accordo con Spalletti? 
Una squadra corsara, sbarazzina o una formazione robusta per restare in alto? 
Negli anni, De Laurentiis ha lavorato bene, ma si è esaurita del tutto la dote tecnica lasciata da Benitez. 

All'orizzonte un Napoli per ora indecifrabile.