DI LUCIO FERO

Un conto al ribasso, senza esagerare: la somma delle promesse elettorali dei vari partiti è pari a circa 150 miliardi tra meno tasse, più spesa e più sussidi. Tasse che scendono, pensioni che salgono (e calano di età per averle) bollette fermate e respinte, cartelle esattoriali estinte, quattordicesima mensilità aggiuntiva, redditi di cittadinanza, esistenza, dote di Stato in denaro al compimento della maggiore età...Fanno circa 150 miliardi. Facciamo qualcosa in meno (non molto) perché in parte le promesse si elidono e se vince l'uno non si si fa il promesso dall'altro. Anche fossero 100 o poco più i miliardi pronti per entrare nelle tasche degli italiani secondo promesse elettorali, non arrivano a 15 quelli vagamente individuati e raccontati come pronti ad essere presi per finanziarli.

Reddito cittadinanza e tassa successione maxi patrimoni - La Destra, più o meno, conta di cancellare il Reddito di cittadinanza e quindi di rendere disponibile una parte degli 8/9 miliardi l'anno che il Reddito di cittadinanza costa e consuma. La Sinistra, più o meno, conta di istituire una tassa di successione sui grandi patrimoni, dai 5 mln in su. Non certo una vera e massiccia patrimoniale. Quando fosse, il gettito difficilmente potrebbe andare oltre i due/tre miliardi (al netto degli espedienti elusivi che verrebbero approntati). Poi Destra e Sinistra si appoggiano alla mitica e metafisica lotta all'evasione che, qualora fosse davvero, darebbe tra i 4 e i 5 mld in corso d'anno. Fanno a fatica 15 miliardi scarsi come copertura dei 100/150 miliardi promessi. Promessi ogni giorno con festival di parole, suoni, immagini.

I 25 mld su cui neanche una parola - Per stare come stiamo, per restare come oggi servono 25 miliardi. Di cui nessuno parla, forse anche perché pochi sanno e tantissimi non vogliono sapere. Per indicizzare le pensioni secondo legge a gennaio occorrono 6 miliardi. Per rinnovare i contratti di lavoro degli statali occorrono dai 5 ai 10 miliardi (a seconda se si vogliono affrontare o no scontri sindacal-sociali). Servono altri 4,5 mld per mantenere gli stipendi come sono e cioè per confermare taglio cuneo fiscale. Servono otto miliardi per mantenere lo sconto sui carburanti e sulle bollette, sconto il cui costo paga oggi lo Stato. Circa 25 miliardi per stare, restare come stiamo. Ma non una parola. Anche perché ricordarsene e ricordarlo vorrebbe dire ricordare alla gente che va a votare che il governo buttato giù aveva aumentato un po' gli stipendi e garantito sconto su carburanti e bollette e per il tutto aveva tirato fuori circa 30 mld nel 2022. Per il 2023 quei, anzi questi 25/30 miliardi vanno sommati a quelli delle promesse elettorali. Altrimenti neanche restiamo come stiamo. Ma...

Bugiardi, incoscienti e ignoranti - Ma ci chiedono di votarli ignorando loro e volendo si ignori noi i conti, la realtà, la stessa storia minima della nostra economia pubblica e familiare. L'ignoranza è ormai una competenza richiesta dell'attività politica. Non sanno, non si rendono conto, non vogliono sapere di quei 26 miliardi altrimenti neanche restiamo come stiamo. Ignorano l'elementare circostanza per cui a Pil dal ritmo calante nel 2023 corrisponde meno gettito fiscale e maggior costo del debito. E hanno fatto della bugia più che una missione una professione. La bugia non è l'accidente del loro dire, ne è la sostanza. Chiamati di fronte ad un tribunale o giudice supremo fosse anche divino, non saprebbero loro stessi distinguere una verità che hanno celato, il confine tra realtà e finzione è svanito da tempo nelle loro menti. Così come ogni vaga ed eterea nozione o percezione di interesse generale si è liquefatta, anzi vaporizzata. La coscienza, la consapevolezza del rapporto tra ciò che dicono e fanno e lo ieri e men che mai il domani sono non solo azzerate ma bandite. Ci chiedono di votarli da bugiardi, incoscienti e ignoranti. Ed è proprio così infatti che li vogliamo e li votiamo, secondo graduatoria e classifica di incoscienza, ignoranza e menzogna.