di ROBERTO ZANNI

Il messaggio lanciato dalle stanze del potere a Roma è stato quanto mai chiaro: "Cari (un eufemismo) connazionali all'estero, non abbiamo intenzione di cambiare nulla, se vi va bene è così altrimenti è lo stesso". Un altro schiaffo, l'ennesimo si potrebbe aggiungere, ma questo se vogliamo fa più male perchè arrivato da chi, parliamo di Fratelli d'Italia, fino allo scorso agosto, insomma la vigilia delle elezioni, aveva tra i suoi obiettivi primari proprio quello di difendere l'italiano che viveva fuori dall'Italia. Poi l'ingresso nelle stanze che contano ha di fatto in un attimo (sono passati due mesi dalle elezioni, ancor meno dall'insediamento del nuovo Governo) cambiato tutto. Lo si era capito fin da subito, ma la risposta all'interrogazione parlamentare presentata dal sen. Roberto Menia, stesso partito, il quale ha avuto almeno il coraggio di provarci, è stata la conferma che d'ora in poi tutto sarà molto peggio per chi non vive più in Italia per necessità o per scelta, per lavoro o perchè forse è meglio così.
Perchè le parole usate per respingere al mittente le giuste affermazioni del sen. Menia non sono state solo disarmanti, ma addirittura sprezzanti, una presa in giro nei confronti dell'interrogante, dei sei milioni di connazionali all'estero che in quel momento rappresentava, ma in definitiva tutto il popolo italiano. Allora, a questo punto, perchè mai il cittadino che vive all'estero dovrebbe andare ancora a votare? Sa già che le possibilità di brogli e frodi sono altissime, sa già che l'Aldo Lamorte di turno può inviare un video da Montevideo votando con la scheda appartenente a un'altra elettrice, sa già che gli illeciti - molti, anzi moltissimi come denunciato non solo in questi ultimi mesi, ma si parla di anni - almeno per questo ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e dell'Interno (come dei precedenti) diventano legittimi.
"Votate e imbrogliate pure, tanto noi non facciamo nulla per fermare le frodi" è stato in realtà scritto nella risposta all'interrogazione parlamentare perchè, è questa la verità, gli interessi di sei milioni di elettori sparsi nel mondo non interessano proprio (e non è un gioco di parole) quando sono finite le elezioni. Perchè lo si vede nella gestione di Ambasciate e Consolati, dall'attesa di anni per vedere riconosciuta la cittadinanza, o di mesi (se si è fortunati) per prendere un appuntamento per ottenere documenti, dal passaporto in giù che lo Stato italiano richiede. Gli appuntamenti online funzionano male, e anche questo la Farnesina lo sa, attese lunghe che hanno fatto proliferare altri truffatori, quelli che chiedono 200 dollari per accelerare gli appuntamenti.
Ma come fanno a riuscirci si chiede l'ingenuo cittadino italiano all'estero? Stai a vedere, risponde qualcuno, che certi aiutini (anche questi a pagamento) arrivano proprio dall'interno di alcune stanze 'italiane' sparse nel mondo. E anche di questo la Farnesina ne è al corrente e non ha fatto nulla finora per almeno circoscrivere il fenomeno, perchè se si vanno ad ascoltare i cittadini italiani all'estero si contano sulle dita di una mano quelli che sono contenti dei servizi ricevuti, non certo chi poi per colpa di errori commessi dal Consolato, è costretto a perdere tempo e denaro per riavere il passaporto. Si costruiscono cattedrali nel deserto, come la cancelleria di Montevideo spacciata per uno straordinario miglioramento nei servizi resi agli italiani, ma poi sono menzogne anche queste perchè gli addetti sono nello stesso numero. Perchè mai? Quali altri interessi ci sono? E anche questo la Farnesina lo sa.
Si fanno poi le elezioni dei Com.It.Es riservate però solo a coloro che si iscrivono prima per poter ottenere il diritto di votare poi, così alla fine la percentuale dei votanti, in tutto il mondo, è stata ridicola mentre in Uruguay, a Montevideo, quell'organo di rappresentanza degli italiani all'estero è tenuto in ostaggio dall'imperturbabile Aldo Lamorte che ha commesso un reato postando la prova sui social e nessuno, parliamo ancora della Farnesina, ha finora alzato un dito. C'è poi il C.G.I.E., Consiglio Generale degli Italiani all'Estero che dallo scorso marzo è in 'regime di prorogatio' e nonostante il rinnovo dei membri (tra i quali, sorpresa, riecco Lamorte, ma anche qui non c'è stata nessuna rimostranza) non si è ancora riunito. Così è trattato l'italiano che vive all'estero.
E allora, perchè continuare a votare se alla fine quella crocetta sulla scheda serve solo agli interessi personali di qualcuno? Ci piacerebbe poterlo chiederlo direttamente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: via Zoom o come meglio crede, la nostra 'interrogazione parlamentare' a nome di tutti i connazionali sparsi nel mondo sarà la più breve nella storia: perchè tutto questo Signora Primo Ministro?  Ci spieghi perché.......