Gente d'Italia

Italiani scomparsi in Messico, l’ultimo messaggio ai parenti: “Ci ha fermato la polizia”

"Stiamo facendo benzina e ci ha fermato la polizia in motocicletta, adesso stiamo andando dietro a loro con la macchina". Questo il contenuto dell'ultimo messaggio audio inviato via Whatsapp ai familiari il 31 gennaio da Antonio Russo, Raffaele Russo e Vincenzo Cimmino, i tre venditori ambulanti italiani scomparsi in Messico. A rivelarlo è il Giornale Radio Rai. Le famiglie dei tre italiani hanno rilanciato l'appello alle autorità italiane affinché si riesca a capire cosa è accaduto ai loro cari.

L'APPELLO DEI FAMILIARI SU FACEBOOK
"Chiediamo alle autorità italiane di intervenire perché in Messico nessuno ci dà informazioni, nessuno ci aiuta a conoscere la verità sui nostri familiari" ha scritto, su Facebook, Ciro Bergamé uno dei familiari dei tre italiani di cui si sono perse le tracce da 18 giorni, in una città a 700 chilometri da Città del Messico, dove gli scomparsi, napoletani originari della zona della stazione centrale di Napoli (la famiglia Russo vive nelle cosiddette "Case Nuove" di Napoli, palazzoni popolari che si affacciano su via Marina), facevano gli ambulanti vendendo generatori elettrici.

CHIESTA MASSIMA DIFFUSIONE FOTO SEGNALETICHE
Raffaele Russo, 60 anni, suo figlio Antonio e suo nipote Vincenzo Cimmino, rispettivamente di 25 e 29 anni, sono stati inghiottiti dal nulla. "Ad oggi non è pervenuta nessuna richiesta di riscatto. Chiediamo la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche", dicono ancora i familiari. Russo si trovava in Messico da tempo, a Tecaltitlan dove vendeva in strada prodotti acquistati a Napoli da commercianti cinesi.

ABBIAMO CHIESTO ALLA GENTE, MA NESSUNO HA  VISTO NULLA
Antonio e Vincenzo, invece, erano arrivati soltanto cinque giorni prima della sparizione mentre Francesco e Daniele, altri due figli dell'uomo erano in Messico già da tempo e troppo lontani per aiutare gli altri due fratelli a cercare il loro congiunto. E così sono partiti dal punto nel quale il gps dell'auto noleggiata dal sessantenne segnava la sua ultima posizione. "Quando siamo arrivati, non abbiamo trovato né la macchina né mio padre. Abbiamo chiesto alla gente, ma nessuno aveva visto nulla", dicono.

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