Non ce ne voglia l'Ambasciatore, ma che c'entra il nostro giornale? E' al Comites che il rappresentante della Farnesina avrebbe dovuto rivolgersi per le (giuste) lamentele sollevate sulla scarsa partecipazione al voto degli italiani all'estero, non certo a "Gente d'Italia" che quel dato lo ha solo raccolto e rimarcato, evidenziandone logicamente i necessari punti critici.

Con un documento di tre pagine, (protocollato al n.2356 e arrivato con un messo in redazione) che noi pubblichiamo per intero e per correttezza, (ma che non protocolliamo per le ragioni che leggerete più avanti...) il Diplomatico di Montevideo ci spiega i perché, a suo dire, del "deludente risultato" elettorale "riscosso" dalla comunità italiana in Uruguay.

Tutto giusto, tutto legittimo e sacrosanto. Ripetiamo, però: noi non possiamo che prenderne atto così come delle giustificazioni addotte in questa sede. Giustificazioni che, lo rimarchiamo ancora una volta, dovevano semmai essere rivolte a chi quei problemi li ha sollevati, con tanto di carte bollate, non certo a questo foglio che li ha raccontati. Tuttavia, come "Gente d'Italia" non possiamo evitare di soffermarci sul dato complessivo del
voto che, qui, in Sud America, ha visto recarsi solo il 20% degli aventi diritto alle urne. Un po' poco, non crede, egregio Ambasciatore?

Al di là delle sue spiegazioni, dovute o meno, torniamo a ribadire che la comunicazione sull'argomento "voto all'estero" è stata probabilmente sbagliata da parte dell'Ambasciata. Diciamo pure che se ne è parlato poco o nulla. Sapevamo, certo, che c'era disaffezione da parte di tanti nostri connazionali che vivono, ormai, da decenni al di qua dell'Oceano. Una disabitudine, forse, a "sentirsi italiani". Colpa del Belpaese che si è dimenticato di loro? Può darsi. Ma proprio per questo bisognava fare qualcosa di più. Pigiare forte sul tasto dell'italianità. Ricordare loro per cosa e perché si era stati chiamati a votare. Invitarli a votare chi l'italiano se lo sente forte anche nel cuore e non solo stampato sul passaporto. Cosa che, ahinoi, non è stata fatta.

Così come - ci consenta - è stato assurdo non organizzare una conferenza stampa per presentare e pubblicizzare ancor più un appuntamento, quello delle "Politiche", che pure ricopre la sua bella importanza per la vita stessa della nostra amata madrepatria. Salvo poi correre frettolosamente ai ripari quando, però, mancavano solamente 24 ore alla chiusura dei seggi!

Egregio Ambasciatore, noi la ringraziamo per aver pensato a noi: ecco il suo documento. Eccolo pubblicato. Ma il nostro è "solo" un quotidiano d'informazione. Rispetto a certe dinamiche, fungiamo da cassa di risonanza. Da fotografia dell'evidente. E' questa la nostra mission. Nulla più. Certe cose, dunque, avrebbe dovuto spiegarle al Comites (come per esempio la forse inopportuna decisione - sollevata dal Comites e dai candidati alle elezioni, non certo da noi di prendere due settimane di ferie quasi a ridosso delle elezioni) e a chi, tre settimane fa, si è sentito escluso da una scadenza che pure avrebbe meritato ben altra indispensabile vetrina. Con i miei piú cordiali saluti

Mimmo Porpiglia