Urne aperte, domani (domenica 18 marzo), in Russia, per le elezioni presidenziali. In una tornata che si preannuncia senza sorprese, con l'attuale capo dello Stato Vladimir Putin senza veri rivali praticamente certo riconfermato per il quarto mandato di fila, circa 110 milioni di cittadini su 142 sono chiamati ai seggi. Il principale oppositore di Putin, Alexey Navalny, è stato escluso dalla corsa, dichiarato ineleggibile fino al 2024 a causa di una condanna in tribunale che lui sostiene sia stata orchestrata dal Cremlino.

18 MARZO, UNA DATA SIMBOLICA
Il 18 marzo, in Russia, è una data simbolica: ricorre infatti il quarto anniversario dell'annessione della Crimea da parte della Russia, che avvenne nel 2014. Si tratta del primo turno: in teoria, se nessuno degli otto candidati ottenesse la maggioranza assoluta si dovrebbe tornare al voto per il secondo turno l'8 aprile. Soltanto una volta si è verificato questo caso: nel 1996, quando il presidente uscente Boris Yeltsin sconfisse Gennady Zyuganov al ballottaggio. Sette i candidati in corsa oltre a Putin. Si tratta di Pavel Grudinin, Vladimir Zhirinovsky, Ksenia Sobchak, Grigory Yavlinsky, Boris Titov, Sergey Baburin e Maxim Suraykin. Ma nessuno di loro supera il 10%.

IL RIVALE PIU' VICINO E' ALL'8% CONTRO IL 70% DI PUTIN
Il rivale più vicino a Putin è il candidato del partito comunista Pavel Groudinin, che nonostante la sua rimonta si ferma secondo i sondaggi all'8% circa, contro il 70% dell'attuale presidente. Il principale oppositore del Cremlino, Navalny, non è appunto fra i candidati: la sua candidatura, lanciata a dicembre del 2016, è stata bloccata a dicembre scorso, adducendo come motivazione la condanna a carico dell'attivista anti-corruzione per accuse di appropriazione indebita.