Un po’ di nostalgia e tanto amore per il calcio.  È questa la miscela esplosiva che sta generando in Uruguay una febbre collettiva per le figurine Panini, lo storico marchio internazionale delle figurine dei calciatori famoso in tutto il mondo per i suoi album.

“Vive e trionfa: l’album delle figurine nell’era digitale” ha scritto nei giorni scorsi El Observador analizzando il fenomeno di una passione molto particolare che riguarda buona parte della popolazione di questo paese.

Nonostante i grandi cambiamenti della società e lo sviluppo tecnologico, l’album continua ad essere presente nelle case degli uruguaiani e ad avere sempre più successo. Questa situazione è particolarmente evidente durante il periodo dei mondiali quando l’azienda modenese incrementa notevolmente le sue vendite. “Questo è un paese che respira calcio. La popolarità delle figurine è impressionante” riconosce subito Nicolas Lerner, rappresentante dell’azienda italiana nata all’inizio degli anni sessanta su impulso dei fratelli Benito e Giuseppe Panini.

Sbarcata ufficialmente a Montevideo in occasione dei mondiali di Francia ‘98, la Panini è rappresentata dal 2002 dall’azienda ProMarketing che vanta una lunga esperienza nel settore delle figurine.

“In Uruguay fino agli anni novanta c’era poca cosa. Quello che arrivava, in ogni caso, era sempre dovuto ai collezionisti privati. Mancava dunque l’ufficialità. Ecco perché noi abbiamo sviluppato questa attività mano a mano con la Panini - con cui manteniamo un contatto quotidiano- e ovviamente con i distributori locali. In questi anni abbiamo sempre avuto un rapporto molto forte con i collezionisti professionali”.

Il successo dell’album italiano in Uruguay, come ricorda Lerner, è iniziato nel 2010 con i mondiali in Sud Africa.  “Quello fu un vero e proprio punto di svolta. La nostra nazionale non si qualificava da tanto tempo e poi raggiunse un ottimo risultato con le semifinali generando tanto entusiasmo tra i tifosi”.

La successiva edizione fu ancora più grande e le vendite addirittura raddoppiarono:  “I mondiali del 2014 in Brasile furono incredibili. Duplicammo le vendite fino ad arrivare a 9 milioni di bustine vendute, un numero impressionante per un paese con poco più di tre milioni di abitanti”.  Il clima di quei giorni di giugno era caldissimo a dispetto della stagione invernale:  “La gente attraverso una pagina Facebook si autoconvocava nei pressi del nostro stand per scambiarsi le figurine. L’attività di scambio attraverso il passaparola è uno strumento fondamentale se si vuole riempire l’album”.

Secondo il rappresentante della marca modenese sono due le ragioni che hanno portato al successo dell’album dei calciatori in terra uruguagia.  Il primo, ovviamente, è il dna del “país futbolero” che sorprende il mondo per la sua straordinaria cultura calcistica constatata dai trionfi della nazionale e alimentata dalla passione quotidiana dei suoi abitanti.

Il secondo fattore riguarda invece “la grande tradizione dei collezionisti” che ha radici più lontane ed “è esploso intorno agli anni novanta”. “Queste due caratteristiche” - spiega- “si mischiano l’una con l’altra. L’unica cosa certa è che qui l’album genera tanto entusiasmo e lo si può vedere in strada”. L’album ufficiale dei prossimi mondiali di Russia è stato presentato lo scorso 16 marzo con grande attesa da parte del pubblico.

“Fin dal mese di ottobre la gente ci scriveva per sapere la data di uscita. Il nostro obiettivo è ripetere il grande successo del 2014 ed eventualmente superarlo se fosse possibile”. Un fattore che rende speciale la passione per le figurine è dato anche dal suo profilo eterogeneo: “Partecipano davvero tutti, senza distinzione di età, sesso o classe sociale. Il nostro pubblico va dai cinque anni in su e spesso è un fattore che unisce l’intera famiglia perché coinvolge nonni, genitori e figli. Si tramanda di generazione in generazione perché si inizia sempre con il regalo di un familiare. In passato gli adulti provavano una certa vergogna nel farsi trovare con le figurine e si giustificavano che era roba solo dei figli. Adesso tutto è cambiato e anche loro partecipano attivamente alla raccolta”. Sia chiaro, riempire un album rappresenta un costo importante per ogni famiglia considerando anche le caratteristiche dell’economia locale e l’elevato costo della vita.

Nonostante sia difficile fare dei calcoli al riguardo, Lerner parla di 4mila pesos (120 euro) anche se -precisa- “tutto dipende dalla fortuna e dagli scambi con gli altri appassionati”. La bustina di figurine può essere anche un ottimo indicatore per valutare lo stato di inflazione nel paese: nel 2014 il suo prezzo era di 12 pesos, oggi ne servono 25, un prezzo molto simile a quello italiano di 0,80 euro.  All’interno delle bustine si trovano cinque esemplari che servono per riempire un album di 670 figurine con le immagini dei giocatori di 32 nazionali.  Unico neo, quell’assenza così pesante dell’Italia che rattrista anche da quaggiù.

(di Matteo Forciniti)