Nel 2011 il medico statunitense Siddhartha Mukherjee, vince il Premio Pulitzer per la saggistica con la sua opera: “L’Imperatore del male. Una biografia del cancro”. In questo libro l'autore affronta il tema del cancro a partire dalle prime osservazioni umane trovate nei papiri egiziani. Da allora i medici, gli scienziati, e tutti noi ci chiediamo: come fa una cellula normale a trasformarsi in una tumorale?

Il cancro è una malattia del DNA? Quali e quanti sono i geni responsabili del cancro? Quali sono le nostre armi di difesa dal cancro? Oggi, finalmente, possiamo rispondere a queste domande con la mappa del DNA del cancro che numerosi ricercatori di tutto il mondo hanno appena pubblicato in una serie di articoli che possiamo ritenere, senza timore di smentita, del tutto rivoluzionari e secondi per importanza a quanto ottenuto con il completamento del Progetto Genoma Umano.

Una svolta epocale, che probabilmente richiederà anche degli assestamenti sul fronte della didattica, poiché rende obsolete conoscenze e dettami sinora acquisiti. I ricercatori hanno completato il sequenziamento genetico e l'analisi di migliaia di tumori diversi e delineato l’atlante genetico del cancro: una vera e propria carta di identità personale di un enorme numero di carcinomi umani.

Complessivamente, questi risultano permettono di definire con certezza alcuni punti fondamentali, tra cui il fatto che il cancro sia una malattia del DNA e che ogni tumore, ma anche ogni paziente con tumore, sia diverso dall’altro.

Ma non solo: questo immenso lavoro ci svela, per ogni tumore, la carta di identità genetica specifica e caratteristica con decine, o centinaia, di geni alterati con effetti diversi per il tumore stesso. Alcuni di questi geni sono definiti “conducenti” e guidano il cancro per farlo sviluppare, estendersi e colonizzare i diversi organi e tessuti.

Altri, i geni “passeggeri”, sono spesso neutrali, limitandosi ad accompagnare i “conducenti” funzionalmente più importanti, ma talvolta li aiutano e spingono “la vettura”. È importante quindi identificare e distinguere bene i conducenti dai passeggeri, sia per capire dove la “vettura-cancro” sta per andare, sia per consentire lo sviluppo di terapie anticancro personalizzate e bloccarne il cammino.

Ad esempio, alcuni conducenti, potrebbero essere colpiti contemporaneamente durante una chemioterapia, mentre altri devono essere presi colpiti in modo scaglionato. Tutto questo apre la strada alla medicina personalizzata e di precisione, cioè al “farmaco giusto per il giusto tumore”.

La maggior parte dei farmaci fino ad oggi disponibili non vengono somministrati su base genomica, e sono quindi meno precisi nel raggiungere il target. Ora possiamo analizzare il DNA tumorale dai pazienti e selezionare il farmaco giusto per ciascuno di loro. Disporre delle “carte di identità” di migliaia di tumori diversi fornirà una anche la base per il riposizionamento dei farmaci, cioè sulla possibilità di utilizzo di un farmaco “vecchio” per nuove indicazioni terapeutiche. Infatti, grazie alle conoscenze molecolari delle mutazioni identificate in uno specifico tumore, si potranno identificare nuovi bersagli attraverso analisi al computer mediante la bioinformatica e somministrare direttamente il farmaco già impiegato in altre terapie senza attendere anni di sperimentazione.

Negli ultimi anni, circa il 30% dei nuovi farmaci e vaccini approvati dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha riguardato nuove indicazioni per i farmaci esistenti. Fino a poco tempo fa, trovare nuove indicazioni per i farmaci esistenti era un processo casuale, spesso fortuito. Adesso è una scelta guidata e quindi accurata. Si apre una nuova era per i tumori. Finalmente sappiamo che essi non sono un universo infinito, ma finito e limitato, anche se grande. Forse per la prima volta l’uomo si trova ad avere le mappe segrete di un fortino che sembrava inespugnabile. Ora, è tempo di passare all’attacco.