Lasciarono il figlio di 11 anni da solo a casa per 20 minuti. E lui, per tutta risposta, chiamò il 113. Per una coppia di genitori separati, finita a processo per quel gesto, rischia di mettersi male. Perché la procura di Ivrea ha chiesto otto mesi di carcere per il padre e sei per la madre. L'accusa per entrambi è di abbandono di minore. I fatti risalgono al marzo del 2015 e si inseriscono nel quadro di una complicata separazione tra i coniugi.

I FATTI NEL MARZO DEL 2015 AD IVREA
Il bambino si trovava ad Ivrea, nell'abitazione del padre (che quel giorno lo aveva in affidamento). L'uomo aveva deciso di uscire per godersi una breve passeggiata con la sua nuova compagna. Il ragazzino però non volle seguirlo e lui lo lasciò da solo in casa consegnandogli il suo cellulare con l'avvertenza di chiamarlo in caso di bisogno. Il piccolo seguì il suggerimento quasi alla lettera. Prese infatti sì lo smartphone ma non per chiamare il genitore, bensì la madre alla quale riferì che il suo ex marito lo aveva lasciato da solo.

UN "ABBANDONO" DI UNA VENTINA DI MINUTI
Sarebbe stata la madre, a quel punto, ad invitare il figlio a chiamare il 113
. Detto fatto. E in casa dell'uomo si presentò la polizia. Per entrambi i genitori scattò la denuncia per abbandono di minore. Un "abbandono", va detto, durato comunque una ventina di minuti e non di più.

ANCHE LA DONNA FINISCE NEI GUAI
Anche la donna, dunque, finì nei guai. Questo perché, codice alla mano, invece di indicare al ragazzino il numero dell’emergenza, avrebbe pure potuto recarsi di persona sul posto per andare a prenderlo.

IL PADRE E’ ACCUSATO DI VIOLENZA PRIVATA
Il padre dell’undicenne, dal canto suo, deve rispondere anche di violenza privata per un altro episodio che lo riguarda: sempre nel marzo del 2015, poco prima, dunque, dell’abbandono, avrebbe preso a schiaffi il bambino trascinandolo da sotto un tavolo per convincerlo a prendere parte a un pranzo al ristorante dove il piccolo si rifiutava di andare.