Il formaggio è il principale marchio identitario del dipartimento di Colonia. È in questa zona del sud ovest dell’Uruguay - tra Nueva Helvecia, Colonia Valdense, Rosario e La Paz- che si trova la maggior produzione di formaggi e latticini del paese. Nonostante la predominanza degli svizzeri e il trascorso degli anni, la presenza italiana oggigiorno continua ad essere abbastanza forte.

Una testimonianza di tutto questo è stata data nel fine settimana al Mercado Agricola di Montevideo durante la 17esima edizione del concorso dei formaggi di Colonia che promuove i prodotti tipici della regione. All’evento hanno partecipato diversi gruppi del territorio tra cui l’associazione Famiglia Piemontese di Colonia Valdense che si è esibita
con il suo coro come simbolo dell’identità italiana della zona.

Molto vasto il repertorio del gruppo italouruguaiano che ha proposto sia brani italiani e uruguaiani e anche alcuni piemontesi. Per l’associazione è stata la seconda partecipazione consecutiva al concorso dei formaggi dopo l’esperienza dello scorso gennaio a Punta del
Este. “Nel nostro territorio la cultura dei formaggi è cominciata con gli svizzeri. A questi si sono poi aggiunti gli italiani (soprattutto piemontesi) ma poi con il tempo le due realtà si
sono ben amalgamate e oggi vengono offerti prodotti di alta qualità apprezzati in tutto il paese.

"Colonia è sinonimo del buon formaggio” ha spiegato Tiziano Costabel intervistato dopo l’esibizione del coro. Il riferimento storico è alla divisione creata dallo sviluppo delle diverse cittadine della zona: innanzitutto Nueva Helvecia (detta anche Colonia Suiza) e Colonia Valdense senza però dimenticare La Paz (conosciuta in passato con il nome di Colonia Piemontesa). Emblematico è il caso di Colonia Valdense che fu fondata nel 1856 da un gruppo di undici famiglie di religione valdese provenienti da Torre Pellice in provincia di Torino.

Attualmente una testimonianza di questa identità piemontese è data dall’associazione regionale che riunisce gli emigrati e - prevalentemente - i discendenti di tutta la zona.
Arrivato in Uruguay nel 1967 dove si dedica all’elaborazione di prodotti dolciari artigianali, Costabel conosce da vicino la realtà locale dei formaggi che così ha descritto: “In generale gli italiani hanno avuto maggior importanza nel settore ortofrutticolo mentre in quello dei formaggi possiamo collocarli al secondo posto dietro gli svizzeri. Si tratta in ogni caso di una presenza importante, certo non fortissima come in altri ambiti, ma comunque sia abbastanza significativa. Ecco perché oggi siamo qui insieme per promuovere i nostri prodotti tipici. Nonostante le differenze tra le nostre comunità cerchiamo di lavorare insieme per promuovere il nostro territorio. Fare questo attraverso la gastronomia è il modo migliore”.

L’industria del latte e del formaggio - alla quale partecipano circa 3mila lavoratori - ha attraversato una profonda crisi negli ultimi tre anni ma recentemente ha mostrato timidi segnali di ripresa. Tra i principali problemi segnalati dai rappresentanti di Aupyl (Associazione Uruguaiana delle Piccole e Medie Imprese Lattiere) si riscontrano gli
alti costi di produzione come denunciato anche dal movimento rurale “Un solo Uruguay”. Sono sei in totale le aziende di origine italiana che fanno parte dell’associazione di
categoria.