Saltano nuovamente a San Luca le elezioni comunali fissate per il 10 giugno. Alla scadenza delle 12 di oggi nessuna lista è stata presentata. Il comune, sciolto nel maggio 2013 per condizionamenti della criminalità organizzata, continuerà dunque ad essere commissariato.

Dopo lo scioglimento, il calvario del piccolo comune preaspromontano è cominciato nel 2015, quando una lista, una sola, fu presentata, ma non raggiunse il quorum del 50% + 1 necessario in questi casi. Da allora le elezioni sono slittate di anno in anno sempre per lo stesso motivo: mancata presentazione delle liste.

Con quella di quest'anno, dunque, è la terza volta in tre anni che non si riesce a indicare un
candidato sindaco sostenuto da una lista di consiglieri. San Luca era diventato nei decenni passati tristemente noto come il "paese dei sequestri" e, più recentemente, per la faida tra le cosche Pelle-Vottari e Nirta-Strangio culminata con la strage di Duisburg del 15 agosto 2007 con 6 morti.

"San Luca è una realtà in cui è molto forte la pervasività della 'ndrangheta e la mancata presentazione delle liste per le elezioni comunali è un ulteriore segnale della capacità delle cosche di condizionare la vita di questa comunità. "L'impossibilità di svolgere elezioni è una sconfitta per democrazia". A dirlo all'ANSA è la presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. "Come in altri comuni ostaggio delle mafie - osserva Bindi - sarebbe necessario un intenso lavoro missionario di formazione e ricostruzione del tessuto civile che come la nostra commissione ha sottolineato già in occasione delle pretendenti consultazioni elettorali non può essere affidato alle commissioni prefettizie, che oggi non hanno neanche adeguati strumenti normativi. Spetta in primo luogo alle forze politiche mettersi al servizio di queste comunità, tornando ad essere presenti in un impegno quotidiano di educazione alla democrazia e alla legalità, per far maturare una nuova coscienza dei diritti e dei doveri di cittadinanza. Accanto alla repressione e al contrasto militare - conclude Bindi - occorre sviluppare risposte credibili di sviluppo economico e sociale in grado di spostare il consenso dalle mafie allo Stato".

La mancata presentazione di liste a San Luca, comune di 4 mila abitanti alle porte di Reggio Calabria, sciolto per condizionamenti mafiosi nel 2013 e da allora senza un sindaco, "è un fatto grave: San Luca ha bisogno di crescere democraticamente, la mancata presentazione di liste significa uno stallo assoluto sociale e democratico". E' preoccupato il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho che parlando con l'ANSA osserva che "evidentemente nel territorio non si vuole l'omologazione a forme democratiche o i condizionamenti sono talmente forti da impedire candidature".

Eppure solo dagli abitanti, per De Raho, procuratore della Repubblica a Reggio Calabria per 4 anni, può ripartire la rinascita. "La politica - che un tentativo di esprimersi lo ha fatto ma non è riuscita - potrà cominciare a investire solo quando San Luca sarà disponibile", dice il procuratore, per il quale è necessaria una riforma della legge sullo scioglimento dei comuni infiltrati, prevedendo un "tutoraggio" della nuova amministrazione da parte del governo, per sostenerne e affiancarne il lavoro