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Messico verso il voto, scambio di accuse tra i candidati per la presidenza

Battute al vetriolo e scambio di accuse pesanti hanno caratterizzato il confronto tra i candidati alla presidenza del Messico José Antonio Meade, Andres Manuel Lopez Obrador e Ricardo Anaya. E' quanto riferisce il quotidiano "El Universal", ripercorrendo le fasi salienti del dibattito, il secondo incontro pubblico a 52 giorni delle elezioni in agenda per il giorno 1 luglio 2018, che sanciranno chi succederà al presidente uscente Enrique Pena Nieto che non potrà candidarsi. Ai candidati - riporta il quotidiano "El Economista" - era stato chiesto di confrontarsi su temi molto rilevanti per l'agenda politica nazionale come: il Messico nel mondo, la sicurezza delle frontiere e la lotta al crimine transnazionale e i diritti dei migranti".

TUTTI D'ACCORDO NEL DIFENDERE IL MESSICO
In apertura di dibattito, i candidati alla presidenza si sono concentrati su queste tematiche, concordando di promettere fermezza per difendere il Messico contro il presidente Usa Donald Trump, approfittare della rinegoziazione del Trattato di libero commercio dei paesi dell'America del Nord, migliorare i controlli doganali per sradicare armi e traffico di droga, aumentare il salario e abbassare le tasse alla frontiera; oltre che a proteggere i diritti dei migranti messicani negli Stati Uniti. Ben presto però i quattro aspiranti presidenti hanno iniziato a scontrarsi su un terreno più personale.

VOLANO PAROLE GROSSE
Parole grosse - riferisce il quotidiano "El Economista" - sono volate soprattutto tra Jos* Antonio Meade, Andres Manuel Lopez Obrador e Ricardo Anaya che si sono reciprocamente additati con epiteti come "cinico", "ipocrita", "bugiardo" e "demagogo"; mentre l'indipendente Jaime Rodriguez Calderon ha dichiarato di essersi divertito nell'assistere al confronto, interessato a vedere chi era più "velenoso". Quello di ieri - sottolinea il quotidiano "El Economista" - è stato un dibattito inedito, sia per il luogo indicato, quello all'Università autonoma di Baja California, sia perché per la prima volta e' stato permesso ai cittadini di rivolgere domande direttamente ai candidati.

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