E’ come una violenza fisica, per certi versi, se possibile, anche peggio. E un aspetto non si deve dimenticare: nessuno ne è immune.  È una testimonianza che abbiamo raccolto da una vittima, che ha voluto restare anonima, di una frode online, scam per dirla all'americana.

Perchè l'anonimato?

C'è vergogna, ci si sente colpevoli e ingenui. Ma siamo tutti potenziali vittime e se per qualche motivo entriamo nel raggio d'azione di questi criminali senza nome, le probabilità di cadere nella loro rete sono altissime.  È successo anche ad Anna, nome di fantasia, statunitense di Miami, laureata, lunga esperienza lavorativa, da qualche tempo in cerca di un nuovo impiego.

Come?

Ci sono motori di ricerca a livello mondiale dedicati esclusivamente al lavoro: Indeed, presente anche in Italia, è uno dei più conosciuti. Un altro molto popolare è Glassdoor, fondato nel 2007 con versioni anche per Gran Bretagna, Olanda, Germania, solo per nominarne alcune senza dimenticare che proprio qualche giorno fa un colosso come Recruits Holdings, sede in Giappone, ha offerto 1,2 miliardi di dollari in contanti per l'acquisto della website che ha la sua base operativa in California.  Tutte le grandi aziende degli Stati Uniti, per rimanere in questo ambito territoriale, sono presenti in questi search engine.

Anna, come è cominciata la frode?

"A metà aprile ho trovato un annuncio su Glassdoor, di una azienda di Boston, American Well, un gruppo in grande crescita, leader negli Stati Uniti della telemedicina, le visite attraverso il web. Cercavano un 'office administrator'. Si trattava di un lavoro da svolgere dalla propria abitazione, ce ne sono una enormità negli Stai Uniti: come consuetudine, ho inviato il mio curriculum, ho presentato la domanda. Ormai funziona tutto così, ci si muove attraverso il web".

Questo il 20 aprile, poi cosa è successo?

"Il 2 maggio ho ricevuto una email da American Well. Si scusavano per il ritardo, ma avevano dovuto analizzare diverse domande e io avevo superato la prima selezione".

Quali sono stati i passi successivi?

"Una procedura identica a quella delle altri grandi e medie aziende degli Stati Uniti. Si passa dal curriculum al colloquio, sempre attraverso il web. Ne avevo fatti alcuni anche recentemente. Tutto normale. Così cinque giorni dopo, il 7 maggio, mi è arrivata un'altra email, avevo passato anche la seconda selezione, mi si chiedeva se ero disponibile per il colloquio, da effettuare attraverso Wire, una piattaforma di messaggeria criptata, protetta, usata anche nelle comunicazioni business. E due giorni dopo ecco il colloquio: è durato tre ore, altamente professionale ad effettuato da Laura Little, che avevo controllato, è Director Corporate Development di American Well. Nella messaggeria c'era anche la sua foto".

Quanto tempo c'è voluto per arrivare all'assunzione? 

"Ancora una settimana circa. Mi ha telefonato il 15 maggio, Jaime Laczkoski, manager human resource dell'azienda, dicendomi che ero stata scelta per il lavoro da svolgere a casa, per il quale mi avrebbero fornito computer, stampante, telefono, anche questa è la prassi. Telefonate, scambi via email e messaggeria con Laura Little e Christine Iadarola,  poi mi hanno inviato il contratto da firmare, su carta intestata della American Well. Mi ha scritto Roy Schoenberg, che come si può vedere nella webpage della compagnia è il fondatore e direttore di American Well: mi dava il benvenuto nella azienda e nel frattempo mi era stato anche detto che il training, per cominciare il lavoro, sarebbe iniziato la mattina dopo. Nel frattempo mi chiedevano le mie coordinate bancarie per il deposito diretto degli emolumenti, poi ovviamente social security e patente di guida come documento. Tutte richieste previste dalla legge. Il giorno stesso, eravamo già arrivati al 16 maggio è cominciato il training, mi stavano spiegando quello che poi avrei dovuto fare. Diverse ore passate per effettuare test e prove, poi mi è stato chiesto di acquistare alcune iTunes gift card, sarebbero servite per il telefono che stavano spedendomi. Era la prassi della compagnia, mi è stato detto, per evitare perdite di tempo e visto che erano a corto di personale e volevano che cominciassi subito a lavorare. Prima 50 dollari, poi 30, poi altri 50, fino a un totale di 280, che ingenua sono stata, ma tutte richieste diluite nelle ore e giustificate in maniera che mi sembrava accettabile".

Quando è nato il sospetto?

"Mi avevano manipolata nell'arco di diversi giorni, erano riusciti a instaurare un rapporto quasi di amicizia, ma avevo fatto anche tutte le verifiche del caso: website assolutamente serie come Glassdoor, compagnia autentica come American Well Corp e i suoi dipendenti e dirigenti. Non c'era motivo di dubitare, avevano anche già creato la mia e-mail aziendale. Fino a quando hanno chiesto il numero di carta di credito per il 'top up' il mio limite di spesa, volevano incrementarlo a loro carico ovviamente. È stato il momento in cui sono cominciati a sorgere i primi dubbi. Poi le verifiche con gli istituti bancari per sapere che il 'top up' era una pratica sconosciuta agli stessi, anche se il termine esiste in ambito finanziario, come avevo, anche in questo caso verificato. All'improvviso è scattato qualcosa che ha cominciato ad aprirmi gli occhi: cancellata la carta di credito, cambiato il conto corrente bancario, le ore di colloqui attraverso Wire buttate nel cestino, bloccato il numero di telefono attraverso il quale mi avevano contattata, ma anche attivato un servizio di prevenzione contro quello che negli USA si chiama identity theft, il furto della identità, un crimine molto comune e chi ne rimane vittima spesso fatica a riaverla e non si contano i problemi finanziari a cui si va incontro".

Denuncia alla polizia?

"Effettuata subito nella sede locale, ma c'è un dipartimento apposito, l'Economic Crimes Bureau, che indaga su questo genere di crimini, felonies negli Stati Uniti, punibili con il carcere. Mi faranno sapere qualcosa tra tre settimane, anche se mi è stato già anticipato che è impossibile o quasi trovare i colpevoli che si nascondono in quello che è chiamato il 'dark web', la navigazione online usata dai criminali, si può definire come il mondo cibernetico illegale parallelo a quello che usiamo tutti noi. Ma nonostante tutto ho fiducia. Questa esperienza, e non la si può comprendere se non la si prova, è stata traumatizzante, ho pianto e tanto, non mi davo pace: ci si sente come spogliati di tutto, invasi e rapinati di quello che è proprio e non parlo certo dei 280 dollari che ho buttato via. Ma di qualcosa di più grande e profondo. E, non so se casualmente o volutamente, questa violenza, sono venuta a scoprirlo partendo dalla voce della persona che mi ha telefonato, è stata perpetuata da un uomo, che si è nascosto dietro a nomi femminili, nei confronti di una donna. Ancora più aberrante e sconvolgente".

Cosa è rimasto di questa esperienza?

"La paura, quella che si definisce 'post traumatic stress disorder'. Quando vedo il tablet con il quale sono stata in contatto con quei criminali, non lo voglio più accendere. Mi sento spiata, come se fossero ancora lì. E di sicuro non farò mai più ricerche di lavoro attraverso website e sto consigliando la stessa cosa a tutte le persone con le quali sono in contatto. All'improvviso, sulla mia pelle, ho imparato quando possiamo essere vulnerabili, ma sono anche sicura che, come in tanti altri casi della vita, ci sono esempi recentissimi, se noi vittime denunciamo ogni abuso, il domani sarà migliore". Di questa vicenda la vittima ha provato a informare telefonicamente American Well che però non ha ritenuto opportuno rispondere. Nella webpage della compagnia, ben poco visibile e in fondo al settore 'careers', c'è solo l'avvertenza generica di frodi perpetuate attraverso alcuni motori di ricerca dedicati al lavoro. Forse non vogliono farsi cattiva pubblicità, essendo una azienda di software.