Domenica 10 giugno 2018 si voterà in 765 comuni. Sono 20 i capoluoghi di provincia coinvolti: Brescia e Sondrio in Lombardia; Treviso e Vicenza in Veneto; Imperia in Liguria; Massa, Pisa e Siena in Toscana; Teramo in Abruzzo; Ancona – unico capoluogo di Regione – nelle Marche; Terni in Umbria; Viterbo nel Lazio; Avellino in Campania; Barletta e Brindisi in Puglia; Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani in Sicilia.

Si voterà per la prima volta in diciassette nuovi comuni istituiti nel 2018 mediante processi di fusione amministrativa. Il comune più piccolo alle elezioni è Castelmagno, in provincia di Cuneo, che conta solo 62 abitanti. Il comune più grande è Catania con quasi 300mila abitanti. Per questa tornata di amministrative si vota in un solo giorno con seggi aperti dalle 7 alle 23 di domenica 10 giugno, mentre l’eventuale ballottaggio è previsto per domenica 24 giugno.

Sistema elettorale. Si applica il maggioritario a doppio turno per i comuni con una popolazione che supera i 15mila abitanti, mentre in quelli con popolazione pari o inferiore a 15mila abitanti si vota con il maggioritario a turno unico. Per scegliere il sindaco nei comuni con più di 15mila abitanti ogni cittadino avrà una sola scheda. Ogni elettore ha tre opzioni: può barrare solo il simbolo di una lista, può tracciare un segno solo sul nome del candidato sindaco oppure può barrare il simbolo di una lista e il nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata, esercitando così il cosiddetto voto disgiunto.

Per i consiglieri, invece, bisogna scegliere uno o due candidati al consiglio comunale tra quelli presenti nella lista votata e scrivere il loro nome nelle righe accanto al simbolo della lista. Sono possibili uno o due voti di preferenza. Se si scelgono due consiglieri, questi devono essere di sesso diverso. Nei comuni con 15mila abitanti o meno, a ogni candidato sindaco è legata un’unica lista e quindi votando un candidato si sceglie anche la lista di
consiglieri a esso collegata.

Nessun voto disgiunto, dunque. Nella scelta dei consiglieri comunali, va segnalata anche la distinzione tra i comuni con meno di 5mila abitanti, in cui si può esprimere la preferenza per un candidato al consiglio comunale, scrivendo il cognome nell’apposita riga affiancata al simbolo della lista, e quelli compresi tra 5 e 15mila, dove si possono esprimere una o due preferenze per i candidati al consiglio comunale. Nel caso siano due, devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista.