In Uruguay una delle più grandi testimonianze dell'emigrazione meridionale è data dal culto di San Cono, religioso originario di Teggiano (provincia di Salerno) e morto nel 1261 a soli 18 anni. Sono diversi i miracoli che gli vengono riconosciuti, tra cui quello del 1858 quando un terremoto distrusse tutta la zona eccetto, incredibilmente, la località teggianese. Anche in altri paesi come Argentina, Stati Uniti e Canada venerano il santo portato dagli emigrati.
Eppure, è solo nella Repubblica Orientale che  ha raggiunto una grandissima popolarità rendendolo il religioso più famoso di tutti nella nazione più atea dell'America Latina. Il centro di questo culto si trova a Florida, una cittadina a un centinaio dichilometrianord di Montevideoe gemellata con Teggiano, dove ogni 3 giugno si realizza una processione in ricordo del santo.
Circa trentamila sonostati i partecipanti alla processione di domenica secondo le stime degli organizzatori. Complice anche il giorno festivo, l'alto numero dei fedeli è stato da molti interpretato anche come una sorta di preghiera collettiva per la nazionale uruguaiana in vista degli imminenti Mondiali di Russia.

Per capire qualcosadipiùsuquesto particolare culto abbiamo parlato con Fabio Ragone, un giovane fotografo e docente teggianese che vive attualmente a Barcellona. Quattro anni fa è venuto in Sud America per un dottorato di ricerca sul ruolo avuto dalla fotografia nel processo emigratorio ed è stato tra i creatori dell'associazione Tanos che cerca di unire Italia e Uruguay attraverso il culto di San Cono.  "In Italia lo conoscono solo gli abitanti di una valle lucana che comprende 13 paesi. In Uruguay, invece, è popolarissimo".
È stata questa motivazione che ha spinto Ragone a concentrarsi su questo argomento nel 2009. Da allora non ha più smesso.
"A Florida gli emigrati fecero costruire una statua in onore del loro santo protettore per averli fatti sopravvivere al lungo viaggio in nave. Si narra che il primo miracolo in terra uruguaiana avvenne 130 anni fa, nel 1888, quando Clementina Pastorini, una donna del Nord Italia, insultò pesantemente il santo. La conseguenza fu un piccolo terremoto che colpì solamente la casa della signora, la quale in seguito fece costruire una targa in onore del santo e che ancora oggi è presente dentro la chiesa".
Anche la vicina Argentina è stata un importante centro di devozione. Proprio qui si trova la più grande statua al mondo di San Cono; pesa 400 chili ed ha le dita della mano rotte perché non riusciva ad entrare nella porta quando veniva spostata.
Ragone cita uno studio di una psichiatra argentina, secondo la quale "la grandezza della statua è collegata all'enorme sofferenza di questo popolo. Questa valle - continua il fotografo - ha avuto innumerevoli disastri naturali tra allagamenti e terremoti, oltre che tanta povertà sfociata nel fenomeno emigratorio".
Attualmente, solo ad Avellaneda (provincia di Buenos Aires) si continua a mantenere la tradizione, anche se - a differenza dell'Uruguay - "Il culto è destinato a scomparire perché è rimasto solo tra gli immigrati italiani ed i discendenti". Ciò che è mancato, dunque, è stato il "ricambio generazionale".
Situazione diversa, invece, sull'altra sponda del Rio della Plata dove il teggianese è venerato da un alto numero di persone di tutte le età edi ogni etnia. Una delle ragioni del successo, secondo il docente universitario, è che "si tratta di un culto totalmente libero ed indipendente dalla Chiesa Cattolica".


C'è un'associazione che si limita solo a gestire la cappella ed il museo, dove tantissimi fedeli portano regali al santo in segno di gratitudine. Anche alcuni celebri calciatori, tra cui Ghiggia, Forlan e l’attuale capitano della nazionale Diego Godin hanno portato al santuario di Florida le loro magliette essendo grandi fedeli del santo.
L'associazione per statuto si defini- scecattolicaeperentrareafarparte della commissione direttiva l'unico requisito richiesto è quello di essere italiani odiscendenti. “Ci sono tan-tissime persone che credono in San Cono pur essendo atee”: ecco un ulteriore fattore di popolarità.
La storia di questo religioso nella cittadina uruguaiana può essere anche vista come un tipico esempio di divisioni all’interno della Chiesa cattolica. "Il Concilio Vaticano II cercò di far diminuire l’intensità della devozione ai santi" spiega il ricercatore, il quale ha raccolto numerose testimonianze che raccontano come nel 1952 la Chiesa di Florida si oppose duramente  al culto "non ufficiale".
Le gerarchie ecclesiastiche, quindi, fecero arrivare dall'Italia una seconda statua di San Cono e così durante la festa del 3 giugno si realizzavano incredibilmente due processioni: quella "ufficiale" al mattino e l'altra al pomeriggio.
"La Chiesa aveva capito che il santo italiano stava diventando sempre più popolare e riceveva tanti doni. Anche l’interesse economico motivava questa scelta".
Tuttavia, la maggior parte dei floridensi non accettò mai il controllo della Chiesa. "Il nuovo San Cono veniva chiamato impostore, per la gente era venuto a disturbare il vero santo".
In questo paese il culto di san Cono è, in modo particolare, legato al gioco. Il 5 giugno del 1945, proprio a  Florida  si centrò il premio più alto della lotteria con il numero 3; da allora, tra leggende e detti popolari, l'immagine del santo è stata fortemente collegata alla cosiddetta "quiniela" locale. Anche su quest'ultimo aspetto Ragone ha condotto diverse ricerche consultando gli archivi: "Negli ultimi anni dell'ottocento, in questa città, esisteva un circolo napoletano che si è poi fuso con la società italiana. Non è un caso, infatti, che proprio la smorfia napoletana abbia influenzato notevolmente lo sviluppo della lotteria uruguaiana".

Matteo Forciniti