Gente d'Italia

Un lapsus freudiano

Caro Mimmo,

sono Antonio Troise, il tuo ex collega al Mattino. Che, però, nell'articolo che hai dedicato ai tempi d'oro del quotidiano, quando parli di un "Antonio Troise raccomandato dalla Dc" che ti rubò il posto nel 1971, confondi sicuramente con qualcun altro. Anche perché a quell'epoca avevo solo nove anni, essendo nato nel 1962, proprio quando il giornale si trasferì in via Chiatamone, nel palazzo che divenne ben presto la sua sede storica e che per tanti anni è stata anche la mia "casa" non solo professionale.

Non essendo mai stato raccomandato da nessuno, né tanto meno dalla Dc, ed avendo fatto anni e anni di gavetta prima a Napoli Notte e poi al Giornale di Napoli diretto da Orazio Mazzone, sono stato assunto al Mattino dopo essere stato selezionato, nell'87, per una Borsa di studio a Milano con il Sole 24 Ore. Erano gli anni in cui il giornale aveva bisogno di redattori esperti in economia e, probabilmente, i miei articoli sui quotidiani concorrenti avevano dato qualche dispiacere alla storica testata di via Chiatamone, che tutti noi giovani cronisti guardavamo come un punto di arrivo professionale in quegli anni belli e difficili. Nonno mi assunse qualche mese dopo il mio "scoop" sull'acquisto dell'Alfa Romeo da parte della Fiat. Diedi un "buco" al Mattino raccontando del blitz a Pomigliano d'Arco di Cesare Romiti. Nonno, dopo qualche giorno, intervistò direttamente l'allora amministratore delegato della Fiat che confermò tutto. Dopo qualche mese, quando già dovevo partire per Milano dove avevo vinto una borsa di studio del Sole 24 Ore, Nonno mi chiamò e mi assunse. Altri tempi. Ma davvero, caro Mimmo, la Dc con la mia storia professionale, non c'entra davvero nulla. Come ben può dire chi mi ha conosciuto sul campo.

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Caro Antonio,

hai perfettamente ragione, e ti chiedo scusa.

Lapsus freudiano? Il Treccani lo definisce «errore di scrittura» (propr. «sdrucciolamento di penna»), o abbreviatamente lapsus in tutti e due i sign., per indicare quegli errori involontari che consistono nel sostituire un suono o scrivere una lettera invece di un’altra, nella fusione di due o più parole in una sola, nell’omissione di una parola, nel pronunciare o scrivere un nome invece di un altro, ecc. (secondo S. Freud e la psicanalisi, tali errori sarebbero spesso dovuti a motivi inconsci che rivelano un impulso in contrasto con ciò che si sarebbe voluto dire o scrivere: di qui l’espressione l. freudiano con cui anche vengono indicati, soprattutto quando si tratti di scambi di lettere o sostituzioni di nomi e parole, corrispettivo per il linguaggio di ciò che l’azione sintomatica è per il comportamento).

Scrivevo Antonio e pensavo a Sergio, sì mi riferivo a Sergio Troise, che, per la verità, è stato un ottimo professionista, e credo abbia terminato la sua vita professionale al Mattino con il grado di capo redattore centrale....dimostrando quindi che la sua assunzione col tempo sia stata meritata.....

Sí, Sergio, e non Antonio.....

Me lo confessò candidamente l'allora presidente della Cen-Il Mattino avvocato Nicola Foschini pochi giorni dopo quel consiglio di amministrazione dove - per tutti - dovevo essere io l'assunto.....

Ricordo che sorridendo, quando mi promise che nel successivo consiglio sarei stato assunto "per chiara fama..." mi spiegò che il papà di Sergio, notissimo avvocato partenopeo, e democristiano doc, aveva caldeggiato l'assunzione del figlio, Sergio, alle alte sfere della Dc...

Comunque, come ho detto prima Sergio si rivelò negli anni un validissimo collega..

Mi spiace Antonio, mi spiace di averti "bollato" come raccomandato, tu, proprio tu che invece sei stato assunto per meriti, e ricordo bene anche quando ne parlammo, con Giacomo Lombardi e Pasquale Nonno....

E aggiungo, forse non lo sai, ma anche Massimo Garzilli, l'amministratore, figura di grande prestigio, gran signore, di cui conservo un caro ricordo, non solo non osteggiò la tua assunzione - come fanno in genere gli amministratori dei giornali - ma disse: "Un ottimo acquisto...."

Non tutto il male viene per nuocere, comunque... questo lapsus freudiano mi ha dato l'occasione per risentirti, e per augurarti nel tuo nuovo brillante incarico, le migliori fortune.

Un caro saluto,

Mimmo Porpiglia

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