Sembra davvero che abbia un obiettivo, Matteo Salvini. Conquistare tutti i giorni le prime pagine dei giornali con dichiarazioni roboanti, controverse. Che scatenano una ridda di polemiche non solo tra gli avversari politici, ma anche imbarazzi nel MoVimento 5 Stelle con cui si “divide” il governo. Come accaduto ieri, quando si sono registrati non pochi screzi proprio con il mondo pentastellato, Di Maio in testa. Ma andiamo con calma.

Ieri lui, il ministro degli Interni, ha voluto discettare sul tema dei vaccini, un argomento alquanto delicato. E le sue parole sono state l’argomento del venerdì italiano: "Ritengo che 10 vaccini obbligatori siano assolutamente inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi". "Garantisco l'impegno preso in campagna elettorale - ha assicurato Salvini - di permettere che tutti i bimbi entrino in classe. Ovviamente c’è un'alleanza con i 5 Stelle, quindi bisogna ragionare con gli alleati e con il ministro della Salute Grillo, però la priorità - ha ribadito – è che i bimbi non vengano esclusi ed espulsi".

Apriti cielo. La prima a far capire di essere in disaccordo con Salvini è stata proprio la Grillo, da sempre favorevole ai vaccini, tanto da replicare duramente: "Voglio ribadire che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria". Primo colpo. "E che in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione", secondo colpo. La traduzione è: il ministro dell'Interno si occupi di sicurezza, perché è vero che "l'obbligatorietà è un argomento politico", ma "le valutazioni di tipo scientifico non competono alla politica". Anzi, a lui.

Il leader del Carroccio si è improvvisamente trovato solo. Anche Di Maio gli ha voltato la faccia, dichiarando che nelle intenzioni del Movimento c'è la volontà di "rivedere il decreto Lorenzin", assicurando comunque "la tutela vaccinale ai nostri bambini". Nemmeno gli amici di Forza Italia gli hanno offerto sponde e un porto sicuro dove ripararsi dalla tempesta: le due capogruppo, Anna Maria Bernini al Senato e Mariastella Gelmini alla Camera, quasi all'unisono gli hanno puntato il dito contro: "Non si scherza con la salute dei
bambini". Come se non bastasse, dal Pd, che ha invitato alla rivolta morale, gli è piovuta addosso la scure di Martina, Anzaldi, Boschi, Fiano. E di Renzi, anche se solo indirettamente, attraverso i social.

L'ex premier ha assistito davanti allo schermo del suo smartphone al match combattuto a colpi di tweet tra l'immunologo Roberto Burioni e l'inquilino del Viminale, definendolo "scontro tra scienza e fanatismo". Per il docente di Microbiologia e Virologia all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano quelle del vicepremier sono "bugie pericolosissime", poi lo "sfida pubblicamente a indicare quali sono superflui".

Beatrice Lorenzin, l'ex ministro che ha posto la sua firma al decreto sull'obbligatorietà dei Vaccini, la vede in maniera ancora differente: "Il ministro degli Interni sta facendo una semplice provocazione" per "non parlare di economia o di come intende trovare le risorse per mantenere le promesse fatte". Per la senatrice a vita e biologa Elena Cattaneo abolire l'obbligo "è irresponsabile". Hanno preso una posizione decisa anche le Società scientifiche: "I 10 vaccini proposti a tutela di tutta la popolazione e in particolare dei soggetti più fragili che non possono essere vaccinati, sono sicuri, efficaci e indispensabili a garantire la protezione da malattie gravi, pericolose e potenzialmente mortali".

Ha parlato di "affermazioni gravi che rischiano di riportare l'Italia indietro di un secolo" anche Antonio Saitta, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e della Province autonome, e sulla stessa linea è stata la Federazione nazionale degli Ordini dei medici Fnomceo. Un richiamo è arrivato pure dall'Organizzazione mondiale della sanità, che in un video ha affermato che "nel caso in cui si fermassero i programmi vaccinali, le malattie prevenibili con i vaccini tornerebbero: Se le persone non si vaccinassero, in breve tempo comparirebbero di nuovo malattie diventate poco frequenti, come la difterite, la pertosse, il morbillo, la parotite".

Sotto un tale fuoco di fila, a Salvini non è restato che alzare bandiera bianca. È battuto in ritirata rifugiandosi nel comodo buen retiro del contratto di governo, ma alla sua maniera: "Con tanti medici condivido l'idea che sia meglio educare ai Vaccini piuttosto che obbligare. Ci stiamo lavorando, l'importante è che a settembre tutti i bambini possano entrare in classe".