Si sente a casa e si vede.  È Ricardo Merlo ad aprire i lavori dell’assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, iniziata ieri mattina alla Farnesina, cui partecipa per la prima volta come sottosegretario agli esteri.

Con Moavero Milanesi al seguito del Presidente Mattarella, Merlo ha portato ai consiglieri i saluti del Ministro degli esteri, che è anche presidente del Cgie. Particolarmente numerosa la delegazione parlamentare che ha assistito alla prima sessione dei lavori: oltre agli eletti all’estero Garavini, Ungaro, Siragusa, Alderisi, Fantetti, Billi, Borghese.

E ancora Cario, Giacobbe, Carè, Schirò e Fusacchia, presente ai lavori pure Vito Petrocelli, presidente della Commissione affari esteri del Senato, il Direttore generale per gli italiani all’estero, Luigi Maria Vignali.

Per la prima volta nella storia c’è un eletto all’estero nel governo, che proviene dal mondo dell’emigrazione”, evidenzia il Segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, introducendo l’intervento di Merlo in Sala conferenze internazionali.

“Vi porto il saluto del Ministro Moavero”, dice Merlo ai consiglieri, prima di ringraziare “il premier Conte e il governo perché senza far parte di maggioranza ci hanno dato la possibilità di poter lavorare per una politica per gli italiani all’estero”.

“Conosco bene tutto il mondo dell’associazionismo italiano”, sottolinea il sottosegretario, che ricorda di essere stato presidente di associazioni, del Comites di Buenos Aires, dell’Intercomites d’Argentina e anche membro del Cgie, “quindi questo incarico è un onore per me”.

“Abbiamo accettato questa sfida perché abbiamo visto che nel contratto di governo c’erano alcune questioni che per noi sono una sorta di bozza del programma per gli italiani all’estero”, sottolinea Merlo citando il punto 10 del contratto di Governo in cui si cita la rete consolare, il voto all’estero, l’importanza del made in Italy, le camere di commercio italiane all’estero, la riforma di Comites e Cgie.

Riforma, rassicura Merlo, non significa eliminazione: “se una cosa si vuole riformare, non vuol dire che si vuole cancellare. È evidente che una istituzione da riformare ha un valore da non perdere”.  “Ci sono molte cose da fare”, aggiunge, ricordando che, insediatosi da due settimane come i suoi altri tre colleghi sottosegretari, pur non avendo ancora le deleghe, che forse arriveranno la prossima settimana, ha “già cominciato a pensare a quali sono le nostre priorità”.

Due, spiega Merlo, i “temi fondamentali” da cui intende cominciare a lavorare:  servizi consolari e voto.  “Tra poco andrò con il direttore generale Vignali a Londra per capire questa situazione di caos che si è creata e che voglio edere da vicino per parlare con i protagonisti. Poi dobbiamo lavorare per migliorare l’aumento delle risorse umane nei consolati”.

Il sottosegretario annuncia quindi “buone notizie” che verranno presto confermate dal Dg Luca Sabatucci e cioè che “tra un anno avremo più 200 unità di ruolo da distribuire nei consolati più critici; mentre prima della fine del 2018 verranno assegnati alle sedi 100 contrattisti”.

Oltre al personale occorrerà “lavorare alla semplificazione delle pratiche” e a “superare il sistema di prenotazione online, che va rivisto perché non funziona”.  Nel futuro “abbiamo intenzione di riaprire le sedi consolari chiuse, laddove risiedano più di 100mila italiani. Un lavoro non facile”, ammette Merlo, “perché bisogna trovare molta collaborazione sia della politica che della Farnesina”.

Quanto alla riforma della modalità del voto all’estero “sarà molto importante il protagonismo di Comites e Cgie”.  La riforma “è citata nel contratto di governo quindi non possono dire di no. Non possiamo continuare a votare così”, osserva Merlo secondo cui è prioritario “cercare di togliere 5 milioni di buste dalle strade”, magari “anche con l’aiuto della tecnologia”.

“Sarebbe opportuno e urgente che nella prossima plenaria il Cgie consegni al Governo una bozza di indirizzo o una proposta di legge che sarà la base su cui lavoreranno Governo e Parlamento. Magari cambieranno il testo – aggiunge - ma sarebbe un testo partito dal Cgie, che intellettualmente “firmerà” questa riforma. Vi aspetto fino a novembre”, ribadisce Merlo.

“Si deve fare subito”, avviando l’iter di consultazione nei Comites e negli Intercomites e poi nel Cgie per fare sintesi. L’importante, ribadisce ancora, “è che questa legge deve partire dal Cgie. Fate presto”.  Altri temi si aggiungeranno ai primi due. “Io penso che questo governo durerà 5 anni” quindi nel lungo periodo si potrà occupare anche della legge sulla cittadinanza, “per finire con l’assurda e preistorica discriminazione delle donne”, ma anche dell’Imu e del Made in italy, con le Camere di Commercio Italiane all’estero che “devono tornare a essere protagoniste”.  Senza dimenticare “la promozione di lingua e cultura, la stampa italiana all’estero che promuove la lingua ma anche e soprattutto che dà un’informazione alternativa a quella tradizionale. Spero che tra poco ci sia un nuovo congresso della Fusie in cui discutere di questo. Noi – sottolinea – dobbiamo appoggiare la stampa italiana all’estero”.

“Io credo in questa fase politica, non faccio alcuna differenza partitica”, assicura Merlo.  “Ieri ero con Carè (deputato Pd - ndr), e parlo con tutti gli altri senatori: dobbiamo concentrarci e lavorare perché praticamente siamo d’accordo su tutto, le differenze sono pochissime. L’importante è che si faccia, un governo o l’altro non importa. Dobbiamo essere uniti e organizzati”.  “La classe politica italiana, le Direzioni generali della Farnesina, i partiti, i sindacati, bisogna coinvolgere tutti. Abbiamo una grande opportunità, indipendentemente dal colore del governo. Queste riforme – conclude – dipenderanno soprattutto da noi e dal vostro lavoro”.

(m.cipollone\aise)