L'ispettore generale del Consiglio Nazionale di Giustizia (Cnj), l'organo di autogoverno della magistratura brasiliana, Joao Otavio de Noronha, ha ordinato l'apertura di una procedura per determinare la condotta del giudice Rogerio Favreto, che domenica ha ordinato la scarcerazione delll'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, oltre che del giudice titolare del caso, Joao Pedro Neto Gebran, che ha sospeso la decisione del collega. De Noronha ha anche incluso nella procedura un'analisi sulla condotta del giudice federale Sergio Moro, titolare in primo grado dei processi dell'operazione Lava Jato, la "Mani Pulite" brasiliana.

LO SCONTRO FRA I MAGISTRATI
La decisione di Favreto, presa durante il fine settimana in cui era di turno alla Corte d'appello di Porto Alegre (Trf-4), ha dato inizio ad un vero e proprio scontro tra magistrati, con tre ordinanze che determinavano la scarcerazione immediata di Lula e altrettante contro-ordinanze che invece ne determinavano il mantenimento agli arresti. Una guerra tra giudici terminata solo in serata, quando il presidente del Trf-4 è intervenuto e ha confermato il carcere per l'ex presidente operaio. Anche il giudice Moro, nonostante sia di grado inferiore ai colleghi del Trf-4, è intervenuto contro la decisione di Favreto dal Portogallo, dove si trova in ferie. Favreto è stato iscritto per vent'anni al Partito dei lavoratori (Pt) ed è stato membro dei governi Lula e della sua delfina politica Dilma Rousseff.