Lo confesso. Non aspettavamo tanti messaggi.
E nemmeno tante telefonate dall'Uruguay, Argentina, Cile... ma anche dal Brasile e dagli Stati Uniti.
Dall’Italia poi con i complimenti dei colleghi e dal solito "Mimmo, sei sempre piú pazzo..." dei miei amici piú vicini.
Tutti sanno che difendo la carta stampata, non potrebbe essere altrimenti con 50 e piú anni di professione consumati in giro per il mondo a riempire fogli e fogli di giornali. Di carta...
Fondatore, editore e direttore di questo quotidiano ho capito però da tempo che bisogna "rinnovarsi" sempre, e che era veramente arrivato il momento di riflettere sul futuro di Gente d’Italia e di tutte le sue componenti: giornalisti, grafici, tastieristi.
Dovevo dare insomma maggiore spazio alle innovazioni tecnologiche come internet e la multimedialità: strumenti che sono sempre più individualizzati, interattivi e globali.
Ma dovevo anche pensare ad espanderci. Raggiungere piú lettori, "entrare" veramente nel quotidiano delle famiglie.
Cosí nei primi giorni di gennaio, nelle purtroppo sempre poche giornate di relax, steso al sole sulle comodissime sdraio del Bagattelle dell'amico Pierluigi Taliento insuperabile manager del Resort Punta del Este, ho iniziato a pensare al web, al portale web di Gente d'Italia. E cosa fare per vendere piú copie.
Soffermandomi soprattutto sull’informazione specialistica che non si puó più trattare in maniera astratta e retorica di italianità o di regionalità ma che sappia comunicare in maniera funzionale e specifica il problema degli italiani nel mondo, le conquiste, politiche, scientifiche e sociali delle nostre collettivitá all'estero.
Cercando di valorizzare peró, e sempre più, il ruolo culturale del nostro Paese: perché la cultura non è solo bisogno voluttuario, soggettivo, ma rete di relazioni che promuove etica comunitaria.
Investire di più insomma anche nei “diritti culturali” come abbiamo cercato di fare in questi 18 anni, ( convegni a Miami, New York, Washington, Montevideo, scuola di giornalismo in Uruguay, conferenze a Roma, Rio de Janeiro, Santiago del Cile…pubblicazioni specifiche, ).
Dare perció più spazio alla cultura anche sul web come consumo critico, “etico”, cioè alla cultura che sviluppa economia sociale, orienta i consumi nella direzione della qualità della vita e contribuisce all’arricchimento e sviluppo della persona.
Naturalmente Gente d’Italia come tutti i media italiani all’estero dovrá continuare a essere innanzitutto importante strumento delle comunità locali.
A condizione, però, che sappia rinnovarsi ed espandersi.....
Giá, espandersi sul territorio, ma come?
Ecco il momento di riflessione seguito dalla domanda "in che maniera? Con chi?"
Ho cominciato allora a fare calcoli e a considerare lo sforzo economico e strutturale per stampare e vendere con il giornale piú diffuso in Uruguay, nella direzione di un adeguato aggiornamento tecnologico, di maggiore professionalità giornalistica, di più mercato con migliori condizioni di produzione e distribuzione.
E ciò, pensavo, non soltanto per tutelare l’identità delle minoranze italiane all’estero, ma per meglio promuovere, anche attraverso l’informazione, la lingua, la cultura e l’immagine dell’Italia.
Perché credetemi amici lettori, l’informazione, nel suo complesso, ha il dovere di esporre un’immagine dei connazionali nel mondo che, superando vecchi stereotipi e facili generalizzazioni, ne rifletta la ricchezza di esperienze e il contributo in termini di progresso e di civiltà.
Lo sviluppo di un’informazione aperta alle esigenze delle diverse comunità deve quindi saper contemperare l’attenzione all’attualità della notizia con il recupero dei valori e la diffusione della lingua e della cultura italiane.
Registriamo da tempo una accresciuta domanda di informazione e di collegamento culturale con l’Italia nella chiara consapevolezza del valore delle radici e delle necessità di una precisa conoscenza di una realtà italiana autentica, non più filtrata secondo i modelli di giudizio dei Paesi di accoglienza.
Le sfide cui dovrebbero saper adeguarsi i giornali per gli italiani nel mondo, e quindi noi per primi, sono a mio avviso:
1) tecnologiche, con l’imporsi della rete web e delle comunicazioni satellitari;
2) politiche, in quanto capaci di inserirsi nel processo di globalizzazione;
3) sociali, nel senso che devono tener conto dell’inarrestabile processo di emancipazione delle comunità emigrate;
4) culturali, per la crescente domanda di italianità nel mondo,
5) socio-demografiche, per l’ingresso nello scenario dell’emigrazione di nuovi soggetti, i giovani delle terze e quarte generazioni, i piccoli e medi imprenditori, il personale qualificato al seguito delle imprese italiane, intellettuali e nuove figure di emigranti con le più svariate qualificazioni.
Sono questioni attuali e imprescindibili dalle quali nasce l’esigenza di un nuovo ruolo, di un nuovo tipo di promuovere l'informazione adeguato a riflettere le trasformazioni in corso.
E ad accompagnare e sostenere efficacemente il rilevante contributo degli italiani all’estero alla cultura, alla economia, all’industria, al commercio, alla scienza mondiali , con particolare attenzione alle nuove dinamiche della rivoluzione multimediale.
Ed ecco allora Gente d'Italia proiettarsi adeguatamente nelle risorse elettroniche: un portale, pagine web, archivi di dati, fotografie, filmati, documenti sonori e tutte le informazioni che possono essere messe a disposizione soprattutto attraverso la moderna tecnologia informatica.
Lo stiamo facendo bene? Dai commenti e dai numeri di "click" cxhe ogni giorno aumentano direi con un po’ di presunzione BENE...
La redazione web di Gente d'Italia creata ai primi del 2018 continua a macinare proseliti.
Ogni giorno di piú grazie anche alle storie, alle inchieste ed ai filmati che Matteo Forciniti, Stefano Casini e Roberto Zanni stanno "caricando" a ritmo frenetico…
E veniamo alla carta stampata, al giornale nelle edicole.
Raddoppiare la foliazione, uscire a 16 pagine da un giorno all’altro, cambiare grafica e aumentare la lista dei giornalisti e collaboratori si sta dimostrando vincente.
Mancava soltanto il salto di qualità nella distribuzione.
Bene, l’attenzione che stiamo suscitando in questi primi giorni di uscita nelle edicole con il quotidiano uruguaiano El País ci ripaga degli sforzi in atto.
E in Uruguay, credetemi, stampa, distribuisce e vende bene in tutto il Paese soltanto un giornale, El Pais...
Con lui Gente d'Italia ha fatto bingo.

Mimmo Porpiglia

P.S. Dimenticavo, domani domenica non usciamo. L'accordo sottoscritto con El País prevede infatti l'abbinamento tutti i giorni per 5 anni dal lunedí al sabato piú una sola domenica al mese. E domani riposiamo...scusate ma ne abbiamo bisogno. Vi avviseremo comunque in tempo delle uscite domenicali a venire.

Buon week end...