Bruno è finalmente pronto a farsi ammirare: il più grande dinosauro ritrovato completo in Italia é stato presentato al pubblico ieri pomeriggio all'Infopoint di Sistiana (Trieste). Come Antonio, il primo esemplare completo di Tethyshadros insularis estratto in Friuli Venezia Giulia che è esposto al Museo di Storia Naturale di Trieste, Bruno era stato ritrovato nell'area del Villaggio del Pescatore di Duino, circa venti anni fa, durante la stessa campagna.

Entrambi risalgono a circa 70 milioni di anni fa, ma Bruno "è più grande e massiccio" ed è lungo circa 5 metri, (un metro e venti in più di Antonio), tanto, appunto, da assegnargli il primato di più grande dinosauro portato alla luce in Italia. A ricevere l'incarico, a titolo gratuito, di "preparare" il dinosauro lo scorso mese di gennaio dalla Soprintendenza Archeologica belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, è la ditta Zoic di Trieste, struttura di eccellenza tra le più specializzate nel settore della preparazione dei reperti paleontologici a livello internazionale. La stessa che alla fine degli anni Novanta aveva eseguito il delicatissimo recupero di Antonio dalla roccia che ne conteneva l'intero scheletro.

Fino ad aprile scorso, spiega il coordinatore del progetto, Flavio Bacchia, parte della coda e il cranio di Bruno erano ancora nel terreno. "In seguito alla recente estrazione della testa è stato possibile completare la sua ricomposizione". La particolarità di Bruno, illustra Bacchia, è la sua dislocazione su una piega degli strati che hanno curvato il fossile su se stesso per 180: da un lato cranio, collo, dorso, dall'altro coda e zampe. "Ancora oggi non sappiamo il motivo per il quale lo strato si sia piegato in questo modo".

Lo spettacolare blocco che contiene il corpo di Bruno, continua Bacchia, "pesa 960 chili, mentre quello contenente la testa ne pesa 150". Bruno e Antonio hanno una caratteristica rara. "Sono animali su lastra, mantenuti dunque sulla loro matrice". E' molto più raro, rimarca Bacchia, "trovare dinosauri in connessione anatomica, ovvero con le ossa attaccate l'una all'altra su di una lastra di roccia, che non trovare le ossa sparse e poi fare la ricostruzione".

Le scoperte nel sito paleontologico giuliano non sono di certo finite. "Ci sono ancora molti dinosauri da estrarre: il Friuli Venezia Giulia - sottolinea - rappresenta "un unicum" non soltanto in Italia ma anche in Europa. Chi vuole vedere un dinosauro, chiosa, deve venire nella nostra regione. "Senza timore di essere smentiti è possibile affermare che il Jurassic Park italiano è qui, vicino Trieste". L'auspicio quindi, sottolinea, è che questo patrimonio culturale - e non soltanto scientifio - venga valorizzato dalle autorità competenti.

"Fino al 19 agosto Bruno verrà esposto alla Palazzina Infopoint di Sistiana - conclude Bacchia - poi tornerà nei nostri laboratori per qualche ultimo ritocco, in attesa di reperire le risorse per estrarre parte della coda ancora nel terreno". La sua destinazione finale dovrebbe essere il Museo di Storia Naturale di Trieste, insieme ad Antonio.