Ormai il bingo è soltanto un alibi per visitare la prestigiosa Casa d’Italia, una delle associazioni più amate e rispettate, nonché, una delle più antiche ancora in vita. È stata fondata un 21 aprile del 1932 da un gruppo di connazionali che si sentivano più italiani che abruzzesi, calabresi, lombardi o veneti.

Per 50 anni ha avuto diverse sedi, ha avuto alti e bassi ed ha avuto anche un periodo dove operava nella Missione Cattolica Italiana, in Avda Italia, a fianco dell’Ospedale Italiano. Proprio al suo cinquantesimo anniversario, nel 1982, un gruppo di visionari guidati dal ricordato Francesco Quartarolo ed altri membri dei precedenti consigli direttivi, decise di acquistare l’attuale sede con oltre 1000 metri quadrati. Uno dei soci più attivi e più “antichi” della Casa d’Italia è il nostro carissimo Mario Bonanni Lanutti, abruzzese DOC e italiano in tutti i sensi:

MARIO BONANNI - “Ho cominciato a frequentare la Casa d’Italia 40 anni fa, nel 1978. Erano ancora epoche d’oro della nostra comunità, quando ad una cena venivano 500 persone. Per me Casa d’Italia è parte della mia vita. Gli dedico tutto il tempo che posso (ai suoi 85 anni ancora lavora!). Mi sento ovviamente abruzzese, ma, prima di tutto italiano.” Violeta Reyes è la moglie di uno dei più importanti dirigenti che ha avuto Casa d’Italia: suo benefattore, Segretario e quindi Presidente per molti anni. Violeta è vincolata al sodalizio dal 1979.

Mario Bonanni

VIOLETA REYES QUARTAROLO - “Per me Casa d’Italia è la mia seconda casa, in tutti i sensi, anzi, forse, a questo punto, non so se sono a casa mia! – dice sorridendo – Appartengo a quel gruppo di soci di sempre e, purtroppo, oggi, sono molto pochi i giovani che si avvicinano a noi: non hanno tempo o non hanno voglia, ma la nostra associazione è sempre piena di gente e facciamo un po’ di tutto, da pranzi a cene a lezioni di italiano e il nostro classico Bingo. Oggi siamo 60, ma, in altri tempi, abbiamo anche riempito 60 tavole!” Francesco Barone è il Presidente di Casa d’Italia da già molti anni. Un grande lavoratore da sempre, le domeniche conduce Spazio Italia Radio ma, se si tratta di Casa d’Italia, non risparmia tempo. Va quasi tutti i giorni e fa di tutto, anche pittura dei locali. Sempre con un sorriso sul viso Francesco.

Violeta Reyes

FRANCESCO BARONE - “Casa d’Italia è stata fondata nientemeno che un 21 aprile del 1932, il giorno del Natale di Roma,  da un gruppo di italiani che voleva staccarsi un po’ dal solito attaccamento alle regioni. La prima sede fu in pieno centro: una piccola casa in Florida e Canelones, una delle zone piú attive della capitale negli anni, 30’, 40 o 50’. Più avanti si cominciò ad affittare una casa nei pressi del Municipio di Montevideo, per il viale 18 de julio. Dopo fu la volta di una casa affittata in Agraciada (oggi Avda. Del Libertador) angolo Lima. Ci fu anche un breve periodo in cui lavoravamo alla Missione Cattolica Italiana che gentilmente ci ha offerto la sua bellissima sede. Finalmente abbiamo acquistato questo terreno di oltre 1000 mq. nei pressi di Villa Dolores. Era una vecchia casa che abbiamo riciclato ed abbiamo poi costruito, nel fondo, un grande salone per circa 300 persone.  Abbiamo avuto sempre consigli direttivi con un alto grado di compromesso nei confronti dell’Associazione, che hanno contribuito con molti soldi per costruire la nostra sede. Abbiamo anche avuto un po’ di fortuna quando siamo riusciti a comprare questo immobile negli anni ’80. Ci fu una grande crisi ed i prezzi si abbassarono drasticamente.”

Casa d’Italia è un esempio di grande appartenenza al nostro paese. Sono stati suoi presidenti abruzzesi, campani, liguri o lombardi, con un senso di responsabilità che ha permesso a questo bel sodalizio, di sopravvivere per quasi un secolo.

Francesco Barone

(di Stefano Casini)