"Avvieremo la procedura per la revoca della concessione a società Autostrade". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri straordinario dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.

Decretato lo stato di emergenza per 12 mesi. "Erano collegati tutti i ministri meno due per impedimento personale. Abbiamo voluto dare a questa riunione un valore simbolico" ha detto Conte. Il Governo ha stanziato 5 milioni per i primi interventi urgenti. Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, che ha provocato almeno 39 morti e decine di dispersi secondo l'ultimo bilancio della Prefettura, i vicepremier Di Maio e Salvini e il ministro delle infrastrutture Toninelli puntano il dito sulla Società Autostrade.

Chi ha sbagliato pagherà, è quello che ripetono i ministri in queste ore, dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova. E chi ha sbagliato è la società Autostrade per l'Italia, gestore di quel tratto autostradale e responsabile della manutenzione dell'opera. Per questo Danilo Toninelli chiede la testa dei vertici aziendali e minaccia ripercussioni gravissime, come la revoca della concessione e multe multimilionarie. Per questo Luigi Di Maio punta il dito contro Autostrade e chiede il ritiro della concessione. Proprio la società Autostrade, attraverso l'a.d. Giovanni Castellucci, aveva spiegato che non c'erano avvisaglie di un pericolo di crollo del Ponte Morandi e anzi, "non era un ponte pericoloso".

Il crollo del ponte Morandi a Genova "si poteva evitare. Basta guardare le condizioni visibili a tutti di quel ponte per capire che la manutenzione non è stata fatta. Non è stata una fatalità" ha detto il vicepremier M5s Luigi Di Maio, che dai microfoni di Radio radicale ha accusato: "I responsabili hanno un nome e cognome, e sono Autostrade per l'Italia. Per anni si è detto che fare gestire ai privati sarebbero state gestite meglio che Stato. Oggi così abbiamo uno dei più grandi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza e non c'era niente che facesse immaginare il crollo. Autostrade doveva fare la manutenzione e non l'ha fatta. Incassa i pedaggi più alti d'Europa e paghe tasse bassissime peraltro in Lussemburgo. Bisogna ritirare le concessioni e far pagare le multe. Il ministro Toninelli ha già avviato le procedure per il ritiro della concessione e per comminare le multe. Se un privato non è in grado, le gestirà lo Stato".

Di Maio si scaglia contro la famiglia Benetton: "Il problema del crollo del ponte dipende dal fatto che quando paghiamo un pedaggio immaginiamo che quei soldi siano reinvestiti in manutenzione ma invece si dividono gli utili e i ponti qui crollano. Per la prima volta - ha aggiunto - c'è un governo che non ha preso soldi dai Benetton, e siamo qui a dirvi che revochiamo i contratti e ci saranno multe per 150 milioni di euro. Autostrade ha poi la sede finanziaria in Lussemburgo, quindi manco pagano le tasse. Se il ponte era pericolante dovevano dire che andava chiuso. Ora vedremo tutte le inadempienze compiute. Deve essere chiaro - conclude Di Maio - Autostrade è stata politicamente coperta dai precedenti governi e noi non vogliamo fare da palo a chi doveva fare manutenzione e non l'ha fatto”.

"La revoca delle concessioni è il minimo che ci si possa aspettare" gli fa eco il vice premier Matteo Salvini intervistato da Radio 24 e dicendosi "assolutamente" d'accordo sulla revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia. Salvini parla di "una responsabilità civile, penale, societaria" e afferma che l'azienda deve spiegare, "mi sembra doveroso nei confronti di chi non c'è più”.

"In un Paese civile non si può morire per un ponte che crolla - scrive il ministro delle Infrastrutture Toninelli su Facebook - Lo voglio ribadire con ancora più forza: chi ha colpe per questa tragedia ingiustificabile dovrà essere punito. Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d'Europa mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi. Incassano miliardi, versando in tasse pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari".

Secondo Toninelli, "i vertici di Autostrade per l'Italia devono dimettersi prima di tutto. E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l'eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro. Se non sono capaci di gestire le nostre Autostrade, lo farà lo Stato". Per quanto riguarda Genova, prosegue il ministro, "verrà usato il Fondo Emergenze della Protezione civile per ripristinare la viabilità ordinaria, prendendo in considerazione anche la possibilità di prolungare fino a Voltri la 'Strada a mare'. Per la ricostruzione del ponte Morandi, che voglio sottolineare necessitava di manutenzione da decenni, verranno poi utilizzate le risorse del Piano economico e finanziario di Autostrade, da discutere eventualmente a settembre, e altre risorse non impegnate e prese da due fondi dedicati in parte a interventi infrastrutturali. Quindi, il nostro impegno continuerà ad essere quello di investire soldi per la cura e la ristrutturazione dell'esistente. Ci sarà un vero e proprio piano Marshall per la messa in sicurezza delle nostre infrastrutture, molte delle quali sono state costruite negli anni '60 e '70. Penso sia nostro dovere usare i soldi pubblici per la manutenzione di queste arterie vitali del nostro Paese, invece di sprecarli in mastodontiche opere inutili. Un progetto su cui punto molto è quello per un monitoraggio attraverso semplici sensori che verificano la stabilità di infrastrutture e viadotti. Un sistema tecnologico che ci permetta di dire: mai più stragi come quella di Genova".

Toninelli respinge poi le polemiche di queste ore di chi ricorda la strenua opposizione del Movimento 5 Stelle al progetto Gronda, il raddoppio stradale per Genova. "È impensabile, oltre che ignobile, collegare il crollo del ponte Morandi alla messa in discussione della realizzazione della Gronda di Genova, su cui è in corso un'analisi costi-benefici. Si tratta di un'opera che non costituisce una soluzione sostitutiva rispetto al viadotto sull'A10. E che comunque sarebbe pronta nel 2029. Ora basta sciacallaggio, noi vogliamo le grandi opere utili. E pensiamo soprattutto a rendere sicura questa nostra malridotta Italia".