Da uno studio italiano una speranza contro la Sla. "Si apre la possibilità di trasformare la Sclerosi laterale amiotrofica, da letale malattia senza cura, in una malattia a coinvolgimento di un retrovirus, contro cui è possibile allestire farmaci" dice in una nota Antonina Dolei, professore ordinario di Virologia dell'Università di Sassari, descrivendo lo studio del dipartimento di Scienze biomediche sezione di Microbiologia sperimentale e clinica di cui è direttrice.

"Abbiamo messo a punto delle specifiche forbici molecolari Crispr/ SaCas9 - spiega Dolei - mediante le quali siamo riusciti a tagliar via, dal Dna di cellule umane, il gene retrovirale endogeno HERV-Kenv, sospettato di contribuire al tumore della prostata e alla neurodegenerazione della Sla. La distruzione del gene HERV-Kenv (la prima di un retrovirus endogeno umano) interferisce con importanti regolatori dell’espressione e della crescita cellulare, tra cui la proteina Tdp-43, che ha un ruolo chiave nella neurodegenerazione della Sla. Questo nuovo risultato - osserva la virologa - suggerisce che il retrovirus endogeno HERV-K non sia un innocuo spettatore, ma che ci sono legami non solo tra HERV-K e l’oncogenesi, ma anche tra HERV-K e la Sla, dato che l’aumento di sole 2 volte di Tdp-43 può causare neurodegenerazione".

La ricerca è stata pubblicata su 'Viruses' e "la rilevanza pratica di tale studio - conclude Dolei - consiste nel fatto che, se c’è un contributo di HERV/Kenv alla patogenesi della Sla". Si aprono, quindi, nuove possibilità di poter attaccare questa malattia.