Sta scomparendo la spiaggia de “Il Postino”, l'ultimo film girato da Massimo Troisi prima di morire. Nella scena del film di Machael Radford si vedono il postino Troisi e il poeta Philippe Noiret scagliare i ciottoli di Pollara nel mare di Salina, suggello di un'amicizia cementata dalla comune passione per la poesia e la politica.

Quattordici anni dopo quelle riprese, la spiaggia di Pollara, a Malfa, comune dell'isola di Salina, nelle Eolie, è pressoché scomparsa, ridotta a pochi metri di sassi battuti dalle onde. La spiaggetta, che si raggiunge con scale e persino fori scavati nel tufo, è oramai divorata dall'inesorabile processo di erosione del mare ma anche dal ripetuto crollo dei massi che, staccandosi dal costone sovrastante, l'hanno quasi seppellita.

Nel '94, quando il film è stato girato, la spiaggia era larga 10 metri, oggi poco più di due-tre metri. Un disastro ecologico annunciato da ripetuti segnali d'allarme, ma nessuno è mai corso ai ripari. "Anzi, sembra proprio che si faccia a gara per sconvolgere quella baia - dice Fabrizio Leofante di Italia Nostra. - Abbiamo documentato con una serie di fotografie i tanti turisti che, prima di lasciare Salina, si portano a casa come souvenir sacchi di sabbia e pietruzze prelevati proprio da quei luoghi senza che nessuno intervenga".

"Cala Troisi", così è stata ribattezzata, sta scomparendo anche per un'altra ragione: le migliaia di barche che affollano quello specchio di mare si fermano a pochi metri dalla spiaggia e con il movimento delle eliche risucchiano e trascinano porzioni di sabbia sottraendole alla spiaggia, accelerandone così l'erosione.

Eppure esistono ordinanze della Capitaneria di Porto di Lipari, in forza delle quali a Pollara le imbarcazioni devono fermarsi ad almeno 150 metri dalla battigia. Il costone che sovrasta la spiaggia di Pollara continua a venir giù e in estate ha causato seri danni almeno a una trentina di bagnanti, assicurano alla guardia medica dell'isola. "Dispiace che un pezzo di isola se ne vada in questo modo” aggiunge Maria Grazia Cucinotta, che nel film interpretava il ruolo di Beatrice.

“A parte il ricordo del film, spiace constatare che la natura non venga tutelata. Quanto a me, quel film è stata la chiave che mi ha aperto la porta del successo: sono tornata a Salina e sono andata nello stesso albergo che mi ospitò durante le riprese, ho ritrovato tutta la magia della mia Sicilia".

“Il Postino” fu l’ultimo film di Massimo Troisi, ambientato a Ischia ma girato in diverse isole: a Pantelleria le scene con l’attore campano in bicicletta, a Salina quelle sul mare e a Procida per le scene del locale. E’ la storia del poeta cileno Pablo Neruda che chiese asilo politico e si trasferì nell’isola dove conobbe il postino, impersonato da Troisi. Mario, il postino, figlio di pescatore, rimase affascinato e impressionato dal poeta, tanto da comprarsi un suo libro di poesie. In un’osteria incontra Beatrice, nipote della titolare, e se ne innamora perdutamente.

A questo punto Mario corre dal poeta per farsi aiutare a conquistare la ragazza. Il poeta gli regala una diario dove annotare le sue emozioni. In poco tempo fa breccia nel cuore di Beatrice ma la zia, contraria alla relazione, dopo aver scoperto il significato di uno dei versi, impone ai ragazzi di non vedersi più. La sera stessa Beatrice scappa e va a trovare Mario e i due, dopo una notte di passione, decidono di sposarsi. Il poeta durante il rito, al quale partecipò in qualità di testimone, ricevette una lettera dal Cile che lo informava della revoca del suo mandato d’arresto.

Da qui in poi si vede la trasformazione di Mario che acquisisce autorevolezza e si iscrive al Partito comunista. Passati cinque anni, il poeta torna accompagnato dalla moglie nella locanda dove Beatrice lavorava. Fu accolto da un bambino che portava il suo stesso nome, era il figlio del caro amico Mario, morto durante una manifestazione comunista. Le scene più suggestive del film sono state girate nella caratteristica baia di Pollara, dove si trova anche la casa di Pablo Neruda, luogo di numerose visite. Troisi riesce a terminare le riprese del film, tratto dal romanzo di Antonio Skàrmeta, con enorme fatica e con il cuore stremato.

Troisi è morto a Roma solo dodici ore dopo le ultime riprese. Due anni dopo “Il postino” viene candidato a cinque Premi Oscar, ma delle cinque nomination si concretizza solo quella per la migliore colonna sonora, scritta da Luis Bacalov, argentino naturalizzato italiano, scomparso un anno fa.