Due città in una: quella Alta, testimone di un antico e glorioso passato, e quella Bassa, moderna e laboriosa. Bergamo, importante città lombarda ad appena un’ora da Milano, si rivela ora sotto una nuova luce attraverso i suoi luoghi più nascosti, i suoi angoli segreti, le sue chicche.

A svelarli è la nuova guida «Bergamo insolita e segreta» curata dal giornalista Emanuele Roncalli e pubblicata da Jonglez, nell’ambito della collana specializzata in guide ai luoghi più inaspettati di numerose città del mondo (tra le quali, in Italia, Venezia, Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli).

La città di Donizetti e del Papa Buono, già celebrata come «incantevole perla di bellezza» da Stendhal, ammirata come un «paesaggio scelto» da Paul Verlaine, definita «città geniale» da D’Annunzio e «panorama stupendo e del tutto diverso» da Herman Hesse, come viene ricordato nella premessa scritta dal Rettore dell’Università bergamasca Remo Morzenti Pellegrini, è certamente una meta sorprendente e tutt’altro che scontata già anche solo per i suoi tesori più celebri, come le Mura Venete, l’Accademia Carrara o la Cattedrale di Sant’Alessandro, ma diventa ancora più speciale attraverso gli itinerari proposti dalla guida.

In via Arena 3, per esempio, all’angolo con Piazza Rosate, è possibile notare un sarcofago a forma di arca che fu rinvenuto il 12 gennaio 1950 sotto la pavimentazione della Basilica di Santa Maria Maggiore. Quel sarcofago conteneva lunghe ossa umane di una persona ignota, subito ribattezzata il «Cavaliere Misterioso». Le sue spoglie furono riposte in un’urna di ebano protetta da una cassetta di zinco collocata ancora sotto la Basilica di Santa Maria Maggiore.

Nell’arca vennero trovati un bastone di comando, una spada e un dado in avorio usato dai condottieri per prevedere il futuro o sciogliere importanti dubbi in battaglia. Un altro mistero ancora irrisolto viene dalla catena dei putti presenti in bassorilievo sul sarcofago di Bartolomeo Colleoni, presente nella cappella dedicata dal condottiero originario di Solza in piazza Duomo. Tutti gli oltre settanta putti sono accomunati da un inquietante particolare: sono privi dei genitali.

Non si tratta di una dimenticanza dell’artista, Giovanni Antonio Amadeo, autore della monumentale opera, bensì dell’evidente volontà di una mano pudica che li ha tutti evirati, danneggiando in questo modo un capolavoro d’arte irripetibile. Il mistero è dovuto anche e soprattutto a chi diede l’ordine di mutilare le statue, un fatto tuttora oggetto di controversie. Secondo varie fonti sarebbe stato il vescovo di Bergamo Pier Luigi Speranza (1801-1879) a volerne l’evirazione nell’Ottocento.

Già Papa Clemente XIII (1693-1769) sul finire del Settecento aveva chiesto e ottenuto di far coprire le parti intime di statue e dipinti dei soggetti raffigurati in Vaticano, guadagnandosi il soprannome di «Papa braghettone». Lo stesso vescovo Speranza viene descritto dai biografi come uomo forte e severo, intransigente nella salvaguardia della dottrina e nella fedeltà al papa, e che prima di essere elevato al soglio episcopale resse per dodici anni la cattedra di teologia morale presso il seminario di Bergamo.

Sempre nella stessa cappella Colleoni, sulla cancellata, c’è un altro «particolare» riferimento esplicito, se così si può dire, ed è proprio lo stemma del condottiero che presenta tre testicoli all’interno di uno scudo luccicante in ferro e bronzo. Secondo la tradizione toccarli è un vero e proprio rito portafortuna. Molte altre sono le particolarità segnalate nella guida: dalle maschere mortuarie dei camerieri a servizio dei notabili nei sotterranei di Palazzo Terzi, alla «spada nella roccia» conficcata a quasi 2.000 metri, nel rifugio Curò a Valbondione, passando per il masso taumaturgico di Sant’Alberto che guarisce il mal di schiena o il coccodrillo penzolante dalla navata della chiesa presso il santuario della Madonna delle Lacrime a Ponte Nossa fino ai più insoliti rifugi antiaerei e al «murale della denuncia» realizzato da Blu, considerato dal quotidiano inglese The Guardian uno dei dieci migliori street artist al mondo.