Il piano dei Chequers varato da Theresa May per una Brexit "soft" rappresenta "un'umiliazione morale e intellettuale" per la Gran Bretagna e va abbandonato a favore di una nuova strategia che miri a un accordo di divorzio più snello, di tipo solo commerciale, come quello esistente fra l'Ue e il Canada. Boris Johnson lancia la sua sfida alla premier a due giorni dal via della conferenza annuale Tory, il congresso del partito di governo, annunciata come l'avvio di un'ulteriore battaglia interna se non già come una resa dei conti.

L'ACCUSA DELL'EX MINISTRO
In un articolo pubblicato in apertura dal Daily Telegraph, l'ex ministro degli Esteri "brexiteer" denuncia "il fallimento collettivo del governo" nei negoziati con Bruxelles e "il collasso della volontà dell'establishment di dar corso alla volontà popolare" espressa nel referendum del 2016. E propone "un piano diverso per la Brexit", il suo, improntato a una visione dichiaratamente ottimista sul futuro, ma anche all'idea di una transizione più lunga, con un rinvio di almeno qualche mese dell'uscita vera e propria del Regno dall'Unione.