Sarebbero già più di 1.200 i cadaveri trovati dopo il terremoto e il conseguente tsunami che hanno devastato l'isola indonesiana di Sulawesi. Lo ha riferito una delle principali ong indonesiane. "In totale sono stati trovati 1.203 copri, ma alcuni non sono ancora stati identificati o recuperati", ha detto Insan Nurrohman, vice presidente di Aksi Cepat Tanggap. Una cifra che però non viene considerata come un dato ufficiale dalle autorità indonesiane e che si basa su una stima.

LE CIFRE UFFICIALI PARLANO DI 844 VITTIME ACCERTATE
Al momento, infatti, il bilancio ufficiale delle vittime resta fermo a 844 morti nell'area della città di Palu, sulla costa occidentale dell'isola. Lo ha riferito Sutopo Purwo Nugroho, portavoce del National Disaster Mitigation Agency, l'ente che coordina gli interventi di soccorso della protezione civile indonesiana. "I dati che abbiamo - spiega Nugroho - si riferiscono a vittime che sono state identificate. I dispersi sono almeno 90, mentre le persone rimaste senza casa sono circa 48mila".

RISCHIO EPIDEMIE, SI SEPPELLISCONO I MORTI IN FOSSE COMUNI
La situazione nel Paese è comunque drammatica. L'Indonesia è letteralmente in ginocchio. Mancano ruspe e mezzi per la rimozione delle macerie mentre si rafforza il rischio di epidemie: a sottolinearlo lo stesso Nugroho.  Le autorità locali hanno comunicato che, per scongiurare epidemie, hanno cominciato a seppellire i corpi in fosse comuni. Venerdì la scossa più potente ha avuto una magnitudo di 7,5 gradi della scala Richter. Fonti concordanti hanno riferito di decine di persone ancora intrappolate tra le macerie degli edifici crollati.